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05 marzo 2018 | 21.09
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Il quadro è delineato, ma i dati non sono ancora definitivi, visto che manca l'attribuzione dei seggi a partiti e coalizioni. L'unica certezza di queste elezioni è che una maggioranza ancora non c'è. Nessuna delle forze in campo è riuscita a raggiungere la fatidica soglia del 40%. Dopo il trionfo del Movimento 5 Stelle, che ha conquistato il 32% dei voti, il candidato premier pentastellato Luigi Di Maio ha parlato chiaro. "Oggi comincia la terza Repubblica - ha detto -. E sarà la Repubblica dei cittadini italiani".

Anche la Lega rivendica il suo risultato storico. Dopo aver superato per la prima volta Forza Italia, alla conferenza stampa post-voto in via Bellerio, Matteo Salvini si è sentito e presentato come candidato premier in pectore del centrodestra, legittimato dal responso delle urne. "E' stata una vittoria straordinaria che ci carica di responsabilità - ha detto -. La Lega ha vinto nel centrodestra e rimarrà alla guida del centrodestra". Discorso diverso per Matteo Renzi, che dopo la batosta del Pd, ha annunciato di lasciare la guida del partito.

Prematuro, ora, pensare a future soluzioni di governo, che tuttavia, anche nelle prossime settimane, non verranno indirizzate in alcun modo dall'alto, ma dovranno essere frutto dell'azione e del confronto delle e tra le forze politiche, dalle quali comunque si attende la dimostrazione di senso di responsabilità. Nessuna presa di posizione ufficiale naturalmente dal Quirinale, ma ora che le urne hanno consegnato il risultato elettorale, è chiaro che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inizia in concreto a riflettere sul percorso da compiere per verificare la possibilità di dare un governo al Paese.

Ovvio che nessuno al Colle si nasconda le difficoltà, legate a un risultato che non ha consegnato ad alcuno degli schieramenti in campo una forza numerica per poter esprimere una maggioranza  capace di sostenere un governo. Ma ogni altra considerazione in questa fase sarebbe prematura, sia da un punto di vista sostanziale che formale. Innanzi tutto occorre valutare con quali numeri effettivi occorrerà fare i conti. E questo si potrà sapere solo al momento della ripartizione dei seggi. Inoltre bisognerà  capire come evolverà la situazione all'interno di partiti e schieramenti, anche in base agli equilibri legati ai dati elettorali. Un work in progress quindi, dal quale poi potranno scaturire le scelte delle forze politiche in termini di ipotetiche alleanze e di indicazioni da dare al Capo dello Stato in vista della formazione di un futuro governo.

Scelte, ed è questo un primo punto fermo che guiderà l'azione del Presidente della Repubblica, che non saranno eterodirette dal Quirinale, ma che dovranno essere il frutto del confronto tra le forze politiche nelle prossime settimane, che naturalmente, questo sì è l'auspicio che trapela dal Colle, si spera guidato dal massimo senso di responsabilità nei confronti del Paese. In altri termini, non sarà Mattarella a indicare una soluzione piuttosto che un'altra ed un'eventuale preferenza, ma dovranno essere i Gruppi parlamentari a disegnare e sottoporre alla sua attenzione possibili risposte, per arrivare all'individuazione di una personalità cui affidare l'incarico di formare un governo, con la reale possibilità di coagulare intorno a sé la necessaria maggioranza parlamentare.

In una situazione comunque complicata, che naturalmente richiede di verificare la possibilità di alleanze ed intese tra forze non in grado da sole di sostenere un governo. Una linea nel solco di una funzione notarile, lungo la quale il Capo dello Stato si muoverà nei prossimi giorni e quando arriverà il momento di iniziare le consultazioni, dopo l'elezione dei presidenti delle due Camere. Un primo passaggio cruciale, ma non decisivo per la soluzione della crisi di governo.

Eventuali intese bipartisan per arrivare alla scelta della seconda e terza carica dello Stato potrebbero certo rappresentare un primo banco di prova, per misurare la capacità degli schieramenti politici di creare un clima costruttivo e di dialogo. Ma potrebbe essere prematuro pensare di arrivare, grazie ad eventuali accordi in occasione di questo primo appuntamento parlamentare, all'automatica creazione di una maggioranza di governo.

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