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Ebola: ministero, rischio remoto in Italia, rafforzata sorveglianza in entrata

01 agosto 2014 | 11.17
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Ebola: ministero, rischio remoto in Italia, rafforzata sorveglianza in entrata

(Adnkronos Salute) - Rischio Ebola "remoto" in Italia. Lo ribadisce il ministero della Salute in una nota, ricordando che l'Organizzazione mondiale della sanità non raccomanda restrizioni di viaggi e movimenti di persone, mezzi di trasporto e merci. E che "l’Italia già da tempo ha rafforzato in via cautelativa le misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali".

Si sottolinea inoltre che "il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia e contenerne la diffusione e che l’Oms e il Centro Europeo Controllo Malattie dell’Unione Europea non raccomandano a tutt’oggi misure di restrizione di viaggi e movimenti internazionali in relazione all’epidemia in Africa occidentale". Il ministero della Salute italiano ha dato per tempo, e continua ad aggiornare in tempo reale, "disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali - porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera - e sono state date indicazioni affinché il rilascio della libera pratica sanitaria alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano toccato uno dei porti dei Paesi colpiti avvenga solo dopo verifica, da parte dell’Usmaf, della situazione sanitaria a bordo.

"Per ciò che concerne gli aeromobili è stata richiamata la necessità della immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell’aereo su uno degli aeroporti sanitari italiani designati ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale 2005", precisa il ministero. "Pur in presenza di un rischio remoto di importazione dell’infezione, va in proposito ricordato che l’Italia, a differenza di altri Paesi Europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi affetti e che altri paesi europei stanno implementando misure di sorveglianza negli aeroporti".

In particolare nella nota dell'8 aprile scorso, inviata agli Usmaf, al comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e all'Enac, la Direzione generale della Prevenzione del ministero ha disposto "fino a nuove indicazioni, la sospensione della concessione della libera pratica via radio alle navi provenienti dai porti dei Paesi dell'Africa occidentale" interessati dall'epidemia. "La dichiarazione marittima di sanità verrà richiesta alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano fatto scalo nei porti di tale Paese, qualunque sia l'ultimo porto toccato prima dell'arrivo" in Italia.

Quanto al traffico aereo, "gli aeromobili in arrivo su scali autorizzati al traffico aereo internazionale segnaleranno - si legge nel documento - con il dovuto anticipo eventuali casi sospetti di malattie infettive, per consentire la messa in atto di misure di sanità pubblica. Incluso il possibile dirottamento dell'aeromobile sugli aeroporti sanitari".

Riguardo, poi alle condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare, "la durata di questi viaggi - scrive il ministero della Salute - fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione, manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutate per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l'operazione Mare Nostrum".

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