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Debutta il reality sui viaggi del ritocco, i 6 'no' dell'Aicpe

27 giugno 2016 | 11.48
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Debutto fra le polemiche in Nuova Zelanda per 'Beauty and the Beach', il primo reality show sui viaggi del ritocco estetico. Il format, in onda da giovedì 30 giugno sul canale TVNZ, seguirà 17 donne australiane e neozelandesi nella loro avventura di aspiranti 'rifatte in trasferta'. Il timore di molti è che il programma possa incentivare i cosiddetti 'bisturi trip', e a guidare il partito dei no sono i parenti di alcuni pazienti morti dopo interventi di chirurgia plastica low-cost eseguiti in Malesia. Ma anche dall'Italia si levano voci critiche e l'Aicpe, Associazione italiana di chirurgia plastica estetica, mette in guardia sui 6 rischi del turismo sanitario sempre più diffuso nel nostro Paese.

"Il fenomeno è presente anche in Italia, in particolare per gli interventi di chirurgia plastica, e non è esente da rischi - avverte Pierfrancesco Cirillo, segretario Aicpe - Il trend, nato negli anni '80, è diventato più florido grazie a Internet. Molti pensano di poter unire l'utile al dilettevole, ossia una vacanza di piacere con un intervento, e si fanno convincere dal prezzo più basso. Oltretutto - riflette lo specialista - il viaggio è spesso un ottimo pretesto per chi non vuol far sapere a colleghi e amici del ritocchino: si parte per una vacanza e si torna ringiovaniti o dimagriti, senza dover dare troppe spiegazioni. In realtà le incognite di farsi operare all'estero sono numerose", ammoniscono i chirurghi italiani: "Si rischia non solo di non raggiungere il risultato desiderato, ma anche di trovarsi a fronteggiare un lungo calvario per porre rimedio alle complicazioni".

Ecco i motivi del 'no' al turismo sanitario low-cost espresso dall'Aicpe:

1) Comunicazione. "Uno degli aspetti più critici della chirurgia plastica - spiega Cirillo - è capire quali aspettative ha il paziente sull'intervento: la visita accurata è un elemento fondamentale e non sempre è facile capirsi tra paziente e dottore già quando si parla la stessa lingua. Se a questo si aggiungono i problemi linguistici e di differenze culturali, la situazione è ancora più complicata e cresce il rischio del paziente di non raggiungere il risultato desiderato";

2) Rischi sanitari. "Nei Paesi in cui la chirurgia plastica è low-cost non si può avere la sicurezza che siano rispettati tutti gli standard garantiti in Italia - precisano gli esperti della Penisola - Non si ha la certezza che i requisiti richiesti per una chirurgia sicura siano rispettati, che il materiale utilizzato, ad esempio le protesi, non sia di qualità scadente, ma anche che il sangue sia sottoposto ai necessari controlli. Si rischia così di contrarre infezioni o malattie come l'epatite B";

3) Assistenza pre e post-operatoria. "Il paziente ha poco tempo per valutare i pro e i contro dell'operazione o per fare eventuali accertamenti pre-operatori - continua l'Aicpe - L'assistenza 'post', invece, si interrompe con la partenza che di solito avviene un paio di settimane dopo l'intervento. Di solito i chirurghi plastici includono nel costo dell'operazione una serie di visite successive, per accertarsi che la delicata fase post operatoria proceda per il meglio e non ci siano complicazioni".

4) Chirurgo plastico e assicurazione. "Quando si sceglie un medico in Italia è possibile verificarne le credenziali, la formazione e l'aggiornamento e giudicare dopo una prima visita se è la persona a cui ci si vuole affidare, nonché ci si può accertare circa la sua assicurazione professionale - prosegue l'Aicpe - La chirurgia plastica italiana, tra l'altro ha raggiunto un livello tra i più elevati al mondo, che non ha nulla da invidiare ad altri Paesi occidentali, come dimostrano gli scambi reciproci con società scientifiche straniere";

5) Costi. Il prezzo è sicuramente un elemento importante per decidere a quale chirurgo plastico affidarsi, ma non deve essere l'unico criterio, puntualizzano gli specialisti. "Un intervento di chirurgia estetica non è come un vestito o una borsa, che se sono di cattiva qualità si possono buttare via senza grosse conseguenze - osserva Cirillo - Qui si rischia non solo un intervento deludente dal punto di vista estetico, ma anche complicanze gravi. Bisogna considerare che un secondo intervento per rimediare al primo non solo non è sempre possibile, ma sicuramente avrà un costo più elevato e non sarà sempre risolutivo";

6) Vacanze. "Inutile scegliere località esotiche per pensare di godersi il mare dopo l'operazione - conclude il segretario Aicpe - In realtà non è così perché non ci sono operazioni che consentono di andare in spiaggia o in un museo dopo 24-48 ore".

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