Roma, 16 apr. (Adnkronos Salute) - Da tre a cinque anni per diventare logopedista. L'esperienza francese ha spinto i logopedisti italiani a chiedere un allungamento della laurea, da triennale a quinquennale, dando il via ad una serie di incontri bilaterali tra i rappresentati delle associazioni, che ora si trovano a convegno a Roma. "La logopedia - spiega Tiziana Rossetto, presidente Fli - è una professione strategica per i cittadini e la società, ha un ruolo chiave nella riabilitazione della parola, della comunicazione e delle funzioni orali. Il nostro non è un progetto ambizioso, è solo una richiesta basata sulla quotidianità della professione e sull’esperienza. Dopo aver conseguito la laurea, infatti, i logopedisti proseguono gli studi con decine di corsi di perfezionamento e convegni ".
"Il corso di laurea triennale non è quindi più sufficiente per accedere a tutti gli apprendimenti oggi necessari per praticare efficacemente la professione logopedica". Ecco il motivo per cui la professione dei logopedisti, spinta principalmente da una riflessione etica e dall’osservazione della realtà europea, chiede di poter avere una formazione di base quinquennale, a garanzia e a protezione dei pazienti. "In Italia - interviene Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, nel suo messaggio inviato al convegno - la logopedia è una risorsa fondamentale. Purtroppo non si presenta in Europa con caratteristiche uniformi. Cercare di paragonare le diverse qualifiche, definendo le competenze dei professionisti che operano nella Ue, rappresenta quindi un modo utile per provare a superarne alcuni limiti, con lo scopo finale di garantire una maggiore sicurezza per i pazienti". (segue)
