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Farmaci di fascia C con ricetta nei supermercati, no delle farmacie e del ministro Lorenzin alle liberalizzazioni

06 febbraio 2015 | 16.10
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Il dibattito sul decreto del Mise che dovrebbe sbarcare in Consiglio dei ministri il 20 febbraio, parafarmacie a favore

Farmaci di fascia C con ricetta nei supermercati, no delle farmacie e del ministro Lorenzin alle liberalizzazioni

Monta il dibattito sulle nuove liberalizzazioni, dopo quelle volute dall'allora ministro Bersani, dei farmaci e della loro vendita 'fuori canale'. Il decreto in via di predisposizione da parte del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, suscita le ire delle federazioni delle farmacie e degli Ordini dei farmacisti, e incassa anche la 'bocciatura' da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che precisa: "Nessuno scontro con la Guidi, ma sul nodo farmacie abbiamo dato parere negativo".

"Abbiamo partecipato alla riunione al Mise - ha aggiunto Lorenzin - e condiviso molte delle misure predisposte anche nel settore sanitario, ma abbiamo espresso un parere contrario alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta fuori dalle farmacie. Cercheremo di arrivare a una soluzione entro il consiglio dei ministri" in cui verrà presentato il decreto, previsto per il 20 febbraio. "La nostra contrarietà è per motivi sanitari, perché poter acquistare questi medicinali nei supermercati potrebbe aumentare l'abuso di farmaci, già segnalato nell'ultimo rapporto Aifa per quanto riguarda psicofarmaci e oppioidi. Poi c'è un motivo economico, perché in questi anni abbiamo instaurato un sistema severo che ci ha consentito, attraverso le farmacie, di tenere sotto controllo la spesa farmaceutica territoriale. Infine, una misura di questo tipo provocherebbe la chiusura di molte farmacie italiane".

Rispondono le parafarmacie, fiorite nel nostro Paese dopo la 'lenzuolata' di liberalizzazioni firmata Bersani e ora schierate a favore della vendita dei medicinali di fascia C con obbligo di ricetta, nei loro esercizi ma anche nella grande distribuzione organizzata. "Come era ampiamente prevedibile la crociata di chi, mascherandosi dietro la parola bene comune, lavora da sempre esclusivamente nell'intento di preservare all'infinito i propri privilegi, è già cominciata. Non ci stupisce dunque l'attacco mediatico che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sferrato apprendendo dell'arrivo di un pacchetto di liberalizzazioni comprensivo dei farmaci", afferma Davide Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane.

Secondo il segretario della Federazione degli Ordini dei Farmacisti (Fofi), Maurizio Pace, invece, "ulteriori deregolamentazioni significherebbero il venir meno del carattere di impresa civile della farmacia, e la desertificazione delle aree meno 'appetibili', in particolare nel Mezzogiorno. L'unico sbocco plausibile sarebbero infatti le concentrazioni e le integrazioni verticali all'interno della filiera, nella migliore delle ipotesi, oppure l'infiltrazione di capitali di non chiara provenienza che ormai in tutto il paese sono alla ricerca di sbocchi". "È autolesionista - rileva invece Federfarma, la Federazione che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private - uno Stato che smonta pezzo per pezzo un servizio pubblico che funziona e che viene erogato da operatori privati in nome e per conto dello Stato stesso".

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