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Ricerca: Palmisano, per Human Technopole velocità e non frammentare risorse

19 settembre 2016 | 16.06
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Ricerca: Palmisano, per Human Technopole velocità e non frammentare risorse

L'eventuale 'trasloco' dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) da Londra a Milano e la realizzazione di uno Human Technopole nell'area che ha ospitato l'Expo 2015 "sarebbero due iniziative straordinarie" per Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec, che oggi a Milano, a margine della presentazione del programma di eventi e manifestazioni che animeranno in Italia la Settimana europea delle biotecnologie (dal 26 settembre al 2 ottobre), riflette sulle prospettive che queste due iniziative con Milano al centro aprono anche per il mondo italiano del biotech.

Lo Human Technopole "è una grande occasione - spiega Palmisano - Bisogna però essere consapevoli del fatto che si parte dai contenuti e non dai muri. Si parte dalla scienza e non dai metri quadrati a disposizione. E, soprattutto, dobbiamo evitare una delle cose tipiche" che possono succedere "in Italia, cioè la frammentazione, la polverizzazione. Possono sembrare tanti soldi" quelli che verranno messi a disposizione, "ma se si disperdono in mille rivoli poi non servono a niente. Allora bisogna scegliere bene le priorità, andare a vedere dove l'Italia può e deve investire. E partire velocemente, perché questo mondo non aspetta, corre veloce".

Regia unica, allarga il ragionamento Palmisano, "è una parola chiave. Noi ci stiamo focalizzando su questo anche nel percorso che stiamo affrontando come Assobiotec: va benissimo la regionalizzazione, va benissimo l'indipendenza e le iniziative delle università, ma una regia unica ci vuole". Quanto alla candidatura di Milano come nuova sede dell'Ema nell'era post Brexit, "sarebbe una straordinaria aggregazione di migliaia di persone che verrebbero a lavorare in questo contesto e arricchirebbero moltissimo l''humus' milanese e lombardo, dove già risiede gran parte della biotecnologia italiana".

Bene dunque entrambe le iniziative, conclude Palmisano, "perché quello che si cerca di creare nel mondo sono dei cluster tecnologici. Non iniziative isolate, ma aggregazioni di competenze che attorno a sé creano un ambiente positivo, un ecosistema che trasforma la ricerca di base in ricerca applicata e poi in business. Non possiamo non considerare, infatti, che tutto è mosso anche dalla costruzione di elementi utili per l'economia e per l'occupazione, è il cuore del problema".

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