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Pediatria: Simeup, per ictus cerebrale fondamentali protocolli d'urgenza

28 marzo 2014 | 17.26
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Torino, 28 mar. (Adnkronos Salute) - L’ictus cerebrale è una grave causa di morte anche in età pediatrica, nonostante per anni sia rimasta una patologia poco conosciuta in ambito pediatrico. Se ne parla al Congresso nazionale della Società italiana di medicina d’emergenza e urgenza pediatrica (Simeup), in corso a Torino, durante il quale vengono presentati i percorsi a oggi attuati in Italia e delineate le progettualità future, in particolare riguardo ai protocolli d'urgenza da seguire. Lo stroke può essere dovuto a un’occlusione improvvisa, dovuta a un embolo o trombo, di un’arteria o di una vena, oppure alla rottura di un vaso sanguigno. Quanto all’assistenza, "non ci sono sempre comportamenti omogenei nell’approccio diagnostico-terapeutico allo stroke in età pediatrica", spiega Antonio Urbino, presidente nazionale della Simeup.

Nella maggior parte dei casi (circa l’85%), l’ictus è provocato da ischemia (infarto cerebrale). Le emorragie rappresentano il restante 15% circa e si distinguono in emorragie cerebrali che incidono per il 10% di tutti gli ictus, ed emorragie subaracnoidee che riguardano il 5 % dei casi. "Difficilmente la diagnosi per distinguere tra ictus ischemico ed emorragico può essere eseguita attraverso i soli dati clinici-anamnestici – dichiara Antonella Palmieri, dirigente medico Uoc del pronto soccorso medicina d’urgenza pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova - ecco perché il supporto della tecnica per mezzo delle indagini strumentali eseguite con Tac o con risonanza magnetica nucleare si rivela fondamentale. Ma altrettanto fondamentale è saper riconoscere i sintomi in modo da intervenire tempestivamente. Per questo uno strumento fondamentale è costituito dai protocolli in pediatria d’urgenza".

I fattori di rischio dell’infarto cerebrale in età pediatrica differiscono da quelli dell’adulto, nel quale sono soprattutto legati alla malattia aterosclerotica e cardioembolica. Sono stati individuati nel bambino oltre 100 fra fattori di rischio e cause di stroke; i più frequenti sono le cardiopatie, le vasculopatie, i disordini ematologici e le infezioni. "Nella gestione dello stroke in età pediatrica - prosegue Urbino - è fondamentale realizzare una sinergia ospedale-territorio. Occorre omogeneizzare i comportamenti e in tal senso il Registro italiano trombosi infantili (Riti) è uno strumento indispensabile. L’auspicio è che tali registri vengano realizzati anche a carattere regionale e vengano tra loro collegati".

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