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Staminali: embrionali umane rigenerano cuore in scimmie infartuate

30 aprile 2014 | 19.00
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Milano, 30 apr. (Adnkronos Salute) - Nuovo successo sul fronte della medicina rigenerativa ripara-cuore. Utilizzando cellule cardiache ottenute da staminali embrionali umane, un gruppo di scienziati dell'università di Washington è riuscito a rigenerare nelle scimmie il muscolo cardiaco danneggiato dall'infarto. L'esperimento è pubblicato online su 'Nature', e gli autori ritengono che si possa replicare con successo anche nell'uomo. Charles Murry, direttore del Centro di biologia cardiovascolare dell'ateneo Usa, prevede che l'approccio potrà essere trasferito sui pazienti, all'interno di sperimentazioni cliniche mirate, entro 4 anni.

"Prima di questo studio - spiega Murry - non si sapeva se fosse possibile produrre un numero sufficiente di queste cellule e utilizzarle per rimuscolarizzare il cuore danneggiato in animali di grossa taglia, con un cuore simile a quello umano per dimensioni e fisiologia". Per dimostrarlo i ricercatori hanno indotto in macachi dalla coda di porco, dopo averli anestetizzati, infarti del miocardio sperimentalmente controllati. L'attacco di cuore è stato provocato in modo da bloccare le arterie della scimmia per 90 minuti. Più o meno come avviene nell'uomo: il flusso di sangue si interrompe, il muscolo cardiaco non riceve più ossigeno e nutrienti e perde vitalità, ma non può ricrescere spontaneamente e quindi non riesce più a pompare abbastanza sangue a organi e tessuti, e alla lunga subentra lo scompenso cardiaco: una delle principali cause di morte cardiovascolare.

Un 'golden goal' della terapia cellulare è proprio riparare questo danno, riportando il cuore alla sua normale funzione. Due settimane dopo l'induzione dell'attacco cardiaco, i ricercatori hanno iniettato nei primati un miliardo di cardiomiociti ottenuti da staminali embrionali umane, somministrando alle scimmie terapia immunosoppressiva per evitare il rigetto. Nelle settimane successive si è visto che le cellule si infiltravano nel tessuto danneggiato, maturavano, riformavano nuove fibre e iniziavano a battere 'a tempo' con le cellule cardiache del macaco. Dopo 3 mesi apparivano totalmente integrate nel cuore della scimmia. "I risultati dello studio - secondo gli autori - dimostrano che siamo in grado di produrre il numero di cellule necessario per una futura terapia cellulare post-infarto nell'uomo".

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