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La Milano vip contro gli aneurismi, mobilitazione per il Besta

30 ottobre 2014 | 17.26
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Nella foto, Francesco Acerbi, Paolo Ferroli, Paola Bulbarelli e Alberto Guglielmo - (Ph. Stefano Trovati/SGP)
Nella foto, Francesco Acerbi, Paolo Ferroli, Paola Bulbarelli e Alberto Guglielmo - (Ph. Stefano Trovati/SGP)

(Adnkronos Salute) - "Una diagnosi di aneurisma cerebrale getta nel panico i pazienti". Fa paura l'idea che nella testa possa esserci una 'bomba a orologeria' destinata a esplodere. "Ma non per tutti l'epilogo è lo stesso", spiega Paolo Ferroli, primario della Neurochirurgia II dell'Istituto neurologico Besta di Milano. Un aneurisma cerebrale è presente nel 3-5% della popolazione. La percentuale di quelli che si rompono, con conseguenze (anche letali), è molto più bassa. L'incidenza annuale di emorragia cerebrale da rottura di aneurisma è di circa 9 casi su 100 mila abitanti. Le donne sono le vittime numero uno: 3 casi di rottura su 5 sono 'in rosa'. Il Besta ha deciso di sfidare il nemico.

Un team di scienziati dell'Irccs si è dato una missione: identificare delle 'spie' che permettano di distinguere fra le bombe a orologeria e quelle che invece non lo sono. Il piano è studiare 100 pazienti con un aneurisma non rotto e 100 che invece hanno avuto questa esperienza e trovare dei marker genetici, fattori predittivi che aiutino a stanare i soggetti a rischio rottura, da trattare. Un progetto da 200 mila euro, il primo con questo obiettivo. Ed è caccia ai fondi.

"Per uno studio di genetica molecolare su aneurismi e sangue calcoliamo circa mille euro a paziente reclutato - spiega Ferroli, primario 47enne che sta lavorando allo studio con Francesco Acerbi e il team di ricerca dell'Unità di Neurochirurgia vascolare - ma per partire e avere una persona che si occupi della raccolta dati servirebbe una cifra minima di 60 mila euro". La Milano vip - imprenditoria, moda, spettacolo, sport - ha deciso di mobilitarsi. Il tam tam parte da una storia personale, "una sfortuna da cui nasce una fortuna", la definisce il presidente del Besta, Alberto Guglielmo. E' la genesi della serata di fund raising 'Un mal di testa per vivere', in programma oggi al Just Cavalli di Milano e lanciata durante un incontro stampa.

Ospiti attesi: Federica Panicucci, Barbara D'Urso, Silvia Damiani, Antonio e Federica Nocerino, Matteo Darmian, Filippo Inzaghi, Andrea Pellizzari, Massimo e Paola Ambrosini, Federica Nargi, Ildo Damiano, Daniele e Paola Bonera, Andrea Pucci, Max Brigante, Riccardo e Cristina Montolivo. L'evento è sostenuto e patrocinato dall'assessorato alle Pari opportunità e alla casa della Regione Lombardia. "Guardiamo con interesse all'iniziativa. Si dà sostegno a un primo approccio su un tema che ha a che fare anche con la medicina di genere, per la quale si fa poco", spiega l'assessore Paola Bulbarelli.

La rottura di una aneurisma cerebrale si accompagna a danni spesso irreparabili che possono essere evitati escludendo l'aneurisma dal circolo prima che si rompa. Importanti fattori di rischio sono il fumo, l'ipertensione arteriosa, l'alcol e la familiarità. Nel 2005 (dati del ministero della Salute) risultano 5.412 casi di emorragia da aneurisma giunti in ospedale in Italia, circa 1.000 in Lombardia. Vanno aggiunti i casi particolarmente gravi (33% circa delle emorragie da aneurisma) deceduti prima dell'arrivo in ospedale. Poiché anche il trattamento degli aneurismi non è privo di complicanze, è fondamentale scegliere di trattare solo quelli ad alto rischio.

"Se fossimo in grado di fare un'angiorisonanza a tutti i lombardi individuando i soggetti con aneurisma e, con i dati dello studio, riuscire a trattare solo chi è a rischio rottura, eviteremmo gli alti costi sociali che tali episodi comportano", spiega Ferroli. Il sogno, intanto, è costruire un maxi database dei pazienti. E per questo gli scienziati seguiranno ogni via, anche quella dei fondi comunitari. "Più dati si raccolgono, più è facile individuare elementi predittivi", riflette lo specialista del Besta, istituto che attira pazienti da tutta Italia (il 65% viene da fuori regione). Nel 2013 l'Irccs ha effettuato 6.581 ricoveri, tra ordinari e day hospital e oltre 274 mila prestazioni ambulatoriali. "Ben vengano eventi come quello di stasera - conclude Guglielmo - E' difficile trovare testimonial che sensibilizzino su un problema neurologico".

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