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Nasce a Milano il Centro di addestramento per neurochirurghi 'top gun'

24 novembre 2014 | 18.24
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Nella foto, il neurochirurgo Alessandro Perin utilizza il simulatore computerizzato
Nella foto, il neurochirurgo Alessandro Perin utilizza il simulatore computerizzato

(Adnkronos Salute) - In sala operatoria come nella plancia di comando di un aereo. Ogni passaggio è pianificato al millimetro grazie alla realtà virtuale, provato e riprovato al joystick prima di passare al paziente, per garantire al malato 'sotto i ferri' interventi di massima sicurezza con il minimo livello di rischio. E' ispirato al mondo dell'aeronautica e alle sue regole il Besta NeuroSim Center, attivato dall'Istituto neurologico Besta di Milano per la formazione dei neurochirurghi attraverso simulatori computerizzati: 4 macchinari (3 simulatori hi-tech, più un visualizzatore che permette viaggi tridimensionali nei vari distretti del corpo umano) presentati come "i più avanzati disponibili al mondo". Un "centro unico in Europa", con la missione di addestrare i 'top gun del bisturi' a eseguire con mano ferma tutta la gamma delle operazioni possibili: dall'asportazione di tumori alla riduzione di aneurismi, dalla craniotomia per l'ingresso nel cervello alla ventricolostomia contro l'idrocefalo.

Il Besta NeuroSim Center, direttore Francesco DiMeco (a capo del Dipartimento di neurochirurgia dell'ospedale) e direttore scientifico il neurochirurgo Alessandro Perin, è stato illustrato oggi presso la Fondazione Irccs di via Celoria. Si tratta del completamento del progetto Isob (Inpatient Safety On Board), lanciato nel 2009 dall'Istituto con la collaborazione del Centro studi di competenze aeronautiche 'Aviation Lab'. Chirurghi fianco a fianco di piloti militari e civili, e per team leader l'astronauta Maurizio Cheli, all'attivo 380 ore di permanenza nello spazio e primo italiano responsabile di una missione.

"Allora l'idea è stata quella di importare in sanità tutti i protocolli di sicurezza implementati in aviazione", ricorda DiMeco all'Adnkronos Salute. "Dalle check list con l'elenco di azioni e verifiche da effettuare prima del 'decollo' in sala operatoria - spiega - fino alla formazione dell'équipe chirurgica in modo che ogni membro sia addestrato al controllo reciproco stile pilota-copilota, e possa redigere un rapporto finale sugli eventi che non si sono tradotti in danno, ma che avrebbero potuto farlo. Una cartella da condividere online per la valutazione da parte di un panel di esperti incaricati di capire dove migliorare e cosa". Per replicare fedelmente in chirurgia le procedure dell'aviazione "mancava solo l'aspetto tecnico della simulazione". Ed ecco fatto.

"I dati sull'uso dei simulatori in chirurgia dimostrano che un'ora di questo tipo di pratica equivale a 100 ore in sala operatoria", sottolinea DiMeco. La realtà virtuale diventa quindi una scuola continua per il neurochirurgo e una garanzia per il paziente. Gli esperti del Besta di Milano evidenziano infatti che "nel 2013, in Italia, oltre il 36% delle denunce contro medici ha riguardato l'ambito chirurgico (fonte Marsh risk consulting). Non si tratta solo di cattive pratiche", puntualizzano, perché per esempio "in neurochirurgia, anche quando l'intervento è svolto secondo i migliori standard di qualità, poiché si tratta dell'atto medico col rischio più alto, si registrano complicanze in una proporzione che varia in media dal 3 al 16%, a seconda del tipo di intervento".

E' il 'parco macchine' il fiore all'occhiello del Besta NeuroSim Center. C'è Neurotouch, in grado di riprodurre tutti gli interventi effettuati con il microscopio operatorio, come l'asportazione di tumori cerebrali. La sua caratteristica chiave è la capacità di restituire al chirurgo la stessa risposta tattile che si avrebbe in un intervento vero, per esempio la resistenza che il tessuto oppone a un'incisione con il micro-bisturi. Il secondo simulatore si chiama Immersive Touch, lavora in realtà virtuale e permette al medico di simulare l'intervento prima di effettuarlo davvero nella realtà, grazie alla possibilità di ricostruire in 3D il cervello di uno specifico paziente grazie alle immagini di Tac e Risonanza magnetica.

Terzo macchinario è Surgical theater, un simulatore per interventi neurochirurgici costituito da due strumenti: uno per la pianificazione dell'operazione e l'altro per la navigazione all'interno di una ricostruzione virtuale dell'anatomia del paziente. L'apparecchiatura permette di identificare e valutare prima dell'intervento le particolarità che l'anatomia di ogni persona presenta, definire la migliore procedura da seguire e prevedere con buona approssimazione come il paziente reagirà alle azioni del chirurgo. Infine Virtual proteins, il visualizzatore che attualmente garantisce il maggiore realismo e livello di dettaglio - garantiscono gli specialisti del Besta - nella ricostruzione della struttura del corpo umano. Anche se non consente, a differenza dei 3 simulatori, di effettuare interventi in realtà virtuale.

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