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Ricerca: studio ricostruisce il parto ai tempi di Gesù

18 dicembre 2014 | 18.15
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Il pediatra, "Nella mangiatoia una nascita d'emergenza probabilmente su un sedile di pietra, ma nessuna complicazione"

Ricerca: studio ricostruisce il parto ai tempi di Gesù

Un parto "in emergenza, che è stato gestito in modo appropriato. Avvenuto secondo la tradizione del tempo probabilmente su un sedile di pietra. E senza complicazioni". A ricostruire le tappe e le modalità "più probabili" della nascita di Gesù è il pediatra di Milano Italo Farnetani, che anticipa all'Adnkronos Salute i risultati del suo studio, in vista dell'incontro in programma il 20 dicembre nel Comune di Marta (Viterbo), sul tema 'Bernardino Ramazzini (Carpi, 1633 - Padova, 1714) medico condotto a Marta e Canino. Ricordo dell'inventore della medicina del lavoro nel terzo centenario della morte'.

"Proprio in base ad alcune indicazioni riportate dal Ramazzini e a testimonianze letterarie più antiche, si possono trarre preziose informazioni sul parto della Madonna e la nascita di Gesù - afferma il pediatra - Ramazzini riferisce che le donne in Inghilterra, Francia e Germania già dal XVII secolo partorivano stando distese come avviene oggi, a differenza dell'Italia e dei Paesi del bacino del Mediterraneo, dove partorivano stando sedute. Nel libro dell'Esodo è riportato che le donne sia egiziane, sia ebree, partorivano stando sedute, appoggiate a sedili di pietra (Esodo 1,16). Il sedile - spiega il pediatra - era formato da pietre o mattoni, due sostenevano le cosce e una era usata per appoggiarsi all'indietro. Nel mondo romano, poi, il sedile fu sostituito da una sedia ginecologica, che era di proprietà della levatrice. Una conferma indiretta arriva da una delle più antiche rappresentazioni della Madonna, nelle catacombe di Priscilla, che la vede su una sedia da parto".

Nel libro dell'Esodo, prosegue il ricercatore, è riportato anche che le donne erano assistite dalle levatrici (Esodo 1,19). "L'osservazione del libro dell'Esodo e il confronto con le testimonianze storiche ci fa sapere anche che, almeno fino al XVII secolo, nel bacino del Mediterraneo si continuava a nascere come era nato Gesù. Dalle testimonianze dei Vangeli sappiamo che si è trattato di un parto in emergenza, gestito comunque in modo appropriato", dice Farnetani.

"E' stato scelto infatti un luogo riscaldato - aggiunge - e ricordo che uno dei problemi del neonato è proprio quello della termoregolazione. Ancora oggi, subito dopo la nascita, il bambino viene riscaldato in una termoculla. La zona intorno alla mangiatoia era anche un luogo poco affollato, a differenza delle altre stanze stipate da molte persone arrivate a Betlemme per il censimento. Giuseppe era un artigiano che, anche dai Vangeli, si deduce lavorasse regolarmente, perciò aveva disponibilità economica e pertanto si può ipotizzare che al parto della Madonna potesse esserci stata una levatrice, che la Sacra Scrittura non riporta, trattandosi di un fenomeno altamente usuale".

"Si deduce inoltre che il parto non sia stato particolarmente difficoltoso, infatti l'evangelista Luca riferisce che la Madonna avvolse in fasce (Luca 2,7) il proprio bambino, pertanto la madre stava bene. Il neonato venne posto su una mangiatoia: il nascituro in quel periodo veniva appoggiato sopra un cuscino e la mangiatoria garantiva, come già detto, un certo calore. Si deve ricordare anche che la medicina ebraica era caratterizzata da un’importante attenzione alle norme igieniche, pertanto possiamo ipotizzare che siano state seguite anche durante il parto della Madonna, come dimostra anche il fatto che non c'è testimonianza che si siano create delle complicanze".

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