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Influenza: il medico, nonni solo al telefono o su skype per proteggerli da virus

31 gennaio 2015 | 13.08
LETTURA: 3 minuti

No alle riunioni di famiglia a rischio e fare un cordone sanitario intorno a persone fragili. Per Claudio Cricelli, presidente della Simg, sono le ultime armi a disposizione per evitare il contagio e le complicanze pericolose nei pazienti anziani

Grandparents with their grandchild -ALLIANCE-INFOPHOTO - INFOPHOTO
Grandparents with their grandchild -ALLIANCE-INFOPHOTO - INFOPHOTO

Niente visite ai nonni se si è influenzati, raffreddati o si sta poco bene. Meglio una lunga telefonata o una conversazione via skype per far loro compagnia. E niente riunioni di famiglia a rischio, con persone in convalescenza o con sintomi sospetti. E' il consiglio di Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) per proteggere gli anziani dal virus che, quest'anno, è 'aiutato' da una riduzione del numero di persone vaccinate, dopo l'allarme risultato infondato sui vaccini Fluad. 

"In questo periodo in cui l'influenza sta raggiungendo il picco - spiega Cricelli - dobbiamo fare cordone sanitario intorno agli anziani e alle persone più fragili, soprattutto se non si sono vaccinati. E' l'ultima arma che ci rimane contro le complicanze influenzali che possono essere molto rischiose per alcune categorie di persone, quelle alle quali, non a caso, è raccomandato il vaccino". L'epidemia influenzale, ricorda Cricelli, "è imprevedibile quindi non bisogna sottovalutarla. E bisogna anche ricordare che, accanto al virus della vera e propria influenza, ci sono anche i 'cugini', responsabili di sindromi parainfluenzali, altrettanto pericolosi per gli anziani e i malati".

In questi giorni i casi "sono fortemente aumentati, come prevedibile: molte persone non si sono vaccinate e il virus circola di più. Per i medici di famiglia il lavoro è aumentato di oltre il 40%, sia negli studi, che sono pieni. Sia per le visite domiciliari. E bisogna anche considerare che ci sono molti pazienti che devono essere seguiti per gli strascici, come la tosse che dura anche due settimane. Il sintomo più noioso per i pazienti purtroppo aggravato dal freddo di questi giorni", conclude Cricelli.

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