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Intolleranze e dieta 'gluten-free', svelati i falsi miti

20 maggio 2016 | 12.31
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"L'intolleranza alimentare non esiste, c'è l'allergia e questa va diagnostica e curata seguendo procedure serie e in centri specializzati. Non certo affidandosi al 'fai da te' o al 'dottor web', soprattutto quando c'è di mezzo un bambino. Come del resto si dovrebbe smettere di seguire la moda delle diete senza glutine, che stanno spopolando tra chi non è celiaco: non servono a nulla se non a far spendere, perché costano molto". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Alessandro Fiocchi, responsabile dell'Allergologia all'ospedale Bambino Gesù di Roma, tra i relatori oggi a Roma del convegno 'Allergie, intolleranze e celiachia: tra verità scientifiche e falsi miti' all'Istituto superiore di sanità (Iss).

"Le diete inutili vanno evitate in ogni caso - aggiunge Fiocchi - quelle, ad esempio, che prevedono di eliminare il manganese. Spesso vengono imposte ai bambini e mettono a rischio la loro crescita. Oppure quando si pensa che il piccolo sia allergico al lattosio, gli si dà il latte di mandorla, capra o riso, con un rischio altissimo di fargli venire una crisi. Esiste, ed è molto pericoloso, un 'fai da te' diagnostico sulle allergie alimentari: i genitori devono ricordarsi che gli unici a cui affidare i propri figli sono gli specialisti in allergologia di centri specializzati".

Uno studio della Columbia University pubblicato sul 'Journal of Pediatrics' ha preso in rassegna uno per uno tutti i miti, più o meno veri, sui prodotti senza glutine. I ricercatori hanno evidenziato anche come scegliere alcuni alimenti o privarsi di altri può rappresentare un rischio per la salute. Tra i falsi miti messi in luce dallo studio, quello che il glutine sia tossico e quindi pericoloso per la salute: molti lavori scientifici hanno dimostrato il contrario: il glutine è una sostanza sicura, tranne che per i celiaci che non possono assimilarlo. "E' assolutamente inutile, per chi sta bene, privarsi di prodotti con glutine, non porta alcun giovamento all'organismo: toglierli non fa né bene né male", precisa Fiocchi.

La diagnosi di allergia si basa prevalentemente sulla storia clinica accurata (la familiarità, una descrizione precisa dei sintomi, l'intervallo tra l' assunzione dell'alimento e la comparsa di segni clinici) e su di un altrettanto accurato esame obiettivo del bambino. Per confermare il sospetto di allergia nei confronti dell'alimento considerato, la prima cosa da fare è quella di praticare le prove cutanee con il metodo della puntura della pelle con lancetta ('prick test').

Uno dei temi dell'intervento di Fiocchi al convegno promosso dall'Iss riguarderà lo svezzamento: "Che sta cambiando, sono cadute le barriere che prevedevano di svezzare i bimbi tardi, oggi si inizia già a 4-6 mesi - ricorda l'esperto - Recenti studi, su soggetti allergici, evidenziano però che evitare alcuni alimenti considerati a rischio protegge dallo sviluppare l’allergia".

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