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Nuova speranza contro l'epilessia: una proteina la predice

16 maggio 2017 | 15.02
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Una proteina potrà aiutare i medici a predire l'epilessia nelle persone che rischiano di svilupparla, monitorare la sua evoluzione e l'eventuale insorgenza di forme resistenti alle terapie. La speranza arriva da uno studio pubblicato sul 'Journal of Clinical Investigations', condotto dagli scienziati dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, in collaborazione con i colleghi dell'università britannica di Liverpool.

La proteina - spiegano dall'Istituto diretto da Silvio Garattini - si chiama HMGB1, ha proprietà infiammatorie ed è implicata nella generazione delle crisi epilettiche. Il lavoro la indica come "un potenziale biomarcatore predittivo della risposta terapeutica ai farmaci e dell'evoluzione della malattia in soggetti a rischio". I suoli livelli risultano infatti aumentati nel sangue dei pazienti con crisi epilettiche farmacoresistenti, rispetto a quelli che rispondono bene ai medicinali antiepilettici.

"Circa il 30% delle persone affette da epilessia ha crisi non controllate dai farmaci disponibili", ricorda Annamaria Vezzani, coordinatrice del team di ricerca del Mario Negri, sottolineando che al momento "non esistono biomarcatori che possano predire lo sviluppo di epilessia in soggetti a rischio o la risposta terapeutica in pazienti alla prima diagnosi". Il nuovo studio indica invece che "i livelli della proteina HMGB1 aumentano nel sangue prima che le crisi epilettiche si manifestino nei roditori, e possono dunque predire con accuratezza quali animali esposti a un fattore di rischio svilupperanno la malattia. In studi clinici paralleli, pazienti con nuova diagnosi di epilessia presentano un aumento della proteina nel sangue che è predittivo della comparsa di crisi farmacoresistenti".

"La convalida di questi risultati, in studi clinici prospettici - aggiunge Vezzani - permetterà di sviluppare un nuovo biomarcatore coinvolto nella malattia da utilizzare sia per scopi terapeutici che prognostici".

Gli studi dell'Istituto Mario Negri sono stati finanziati dall'European Union's Seventh Framework Programme (Epitarget, www.epitarget.eu) e da Citizen United for Research in Epilepsy (Cure, http://www.cureepilepsy.org), mentre l'università di Liverpool ha ricevuto fondi dal Medical Research Council (https://www.mrc.ac.uk).

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