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Cosa mangi? Te lo dice un sensore sul dente

23 marzo 2018 | 12.20
LETTURA: 3 minuti

(Credit Fio Omenetto, Ph.D., Tufts University)
(Credit Fio Omenetto, Ph.D., Tufts University)

Assomiglia a uno di quei brillantini che si applicano sui denti per far risplendere il sorriso. Invece è un sottilissimo sensore ultra tecnologico che 'spia' quello che mangiamo o beviamo, e con tecnologia wireless trasmette l'informazione a un dispositivo mobile. E' quadrato, misura 2 millimetri per 2 e si compone di tre strati sovrapposti: uno centrale che funziona da rilevatore - una specie di antenna miniaturizzata 'bioresponsiva' alle diverse sostanze - e altri due esterni, fatti d'oro e messi uno sopra l'altro a formare una cornice intorno al primo.

La novità è stata messa e punto da un gruppo di studiosi della Tufts University School of Engineering americana, convinti che il loro 'gioiello' possa essere utile a fini medici e di ricerca, nei trial clinici sull'alimentazione e la nutrizione. Lo strumento è protagonista di un articolo in pubblicazione su 'Advanced Materials': autore corrispondente Fiorenzo Omenetto, scienziato italiano volato negli Usa, con Frank C. Doble, docente di ingegneria alla Tufts.

Riuscire a controllare in tempo reale quello che succede all'interno del nostro corpo può essere prezioso in ricerca e in medicina, ma non è facile. Device indossabili sviluppati in precedenza per monitorare le abitudini dietetiche presentavano limitazioni di vario tipo, da un ingombro eccessivo alla necessità di sostituzioni frequenti perché i sensori venivano degradati troppo rapidamente. Quello realizzato dagli ingegneri della Tufts è invece longevo, discreto e flessibile, comodamente ancorabile alla superficie ruvida dello smalto dentale.

Lo strato centrale, ossia il sensore vero e proprio, raccoglie onde a radiofrequenza e le trasmette senza bisogno di fili a un dispositivo mobile. Reagisce agli stimoli generati da cibi e bevande, in modo diverso a seconda della sostanza con cui entra in contatto: zucchero, sale, alcol o altri ingredienti ancora, che vengono rilevati e misurati. "In teoria possiamo modificare lo strato bioresponsivo di questi sensori per riuscire a 'captare' i più svariati composti chimici. L'unico limite lo metterà la nostra fantasia", dicono gli inventori della tecnologia. Adattabile non solo ai denti, ma anche alla pelle o a qualunque superficie.

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