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Sanità: polizze 'salate' contro errori, sempre più Asl con autoassicurazione

24 luglio 2014 | 13.55
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Sanità: polizze 'salate' contro errori, sempre più Asl con autoassicurazione

(Adnkronos Salute) - Assicurazioni 'fai da te' per gli ospedali italiani. Per 'sfuggire' a polizze sempre più salate, molte Regioni hanno intrapreso con decisione la strada dell'autoassicurazione (o della non assicurazione) per fronteggiare i rischi di responsabilità civile nei casi di malasanità. Attualmente soltanto la Valle d’Aosta e la Provincia di Bolzano si affidano ancora interamente al mercato assicurativo per rimanere indenni dagli effetti degli errori medici. Per il resto gli enti locali accantonano dei fondi ad hoc e gestiscono per proprio conto le richieste di risarcimenti con schemi regionali o affidati alle singole Asl. E, anche quando si rivolgono ad un assicuratore, lo fanno ormai solo per coprire i sinistri di maggiore entità (per importi superiori ai 250-500 mila euro). E' quanto emerge dal dossier dell'Associazione nazionale imprese assicuratrici (Ania) 'Malpractice, il grande caos', dedicato al fenomeno degli errori in ambito sanitario, presentato oggi a Roma.

Analizzando nel dettaglio il dossier, emerge con chiarezza che a intraprendere la strada assicurativa del 'fai-da-te' sono Liguria, Toscana, Puglia e Basilicata. Ad adottare invece un sistema misto - vale a dire ricorrendo alle compagnie assicurative solo per sinistri sopra una certa soglia - sono: Campania, Molise, Lazio, Sicilia, Marche, Umbria, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento.

Un sistema, quello cosiddetto misto, che per gli esperti dell'Ania mostra però più di un rischio. E citano l'esempio della Sicilia. "L'ultimo esempio di abbandono dello strumento assicurativo - spiegano - è quello della regione Sicilia dove la polizza in essere, disdettata a fine 2013, è scaduta dal primo luglio scorso lasciando prive di protezione le Asl locali poiché nel frattempo non è stato ancora costituito uno specifico fondo-rischi promesso dal presidente della regione Rosario Crocetta. In questi frangenti il minore ricorso alle assicurazioni comporta un più debole sistema di garanzie, dando minori certezze di risarcimenti equi e rapidi a chi è rimasto vittima di un episodio di malasanità e rendendo più incerta l’attività del personale sanitario esposto a maggiori rischi professionali".

Eppure, appena due anni fa, secondo un'indagine parlamentare sugli errori medici conclusa all'inizio del 2013, il 72,2% delle Asl italiane risultava ancora coperto da una polizza. "Un così veloce cambiamento - spiegano gli esperti dell'Associazione che rappresenta le compagnie assicurative - è soprattutto la conseguenza del continuo aumento nei costi dei risarcimenti e della crescente difficoltà a stimare i rischi, ciò che ha spinto i principali assicuratori italiani ad essere più selettivi nella copertura dei rischi".

"Gli assicuratori italiani intendono tornare a svolgere pienamente il proprio ruolo nella copertura dei rischi medici - ha sottolineato il presidente dell'Ania Aldo Minucci - dando certezze ai pazienti vittime di eventi avversi e ai medici che svolgono la loro attività. Per far questo però occorre rimuovere le cause di fondo che hanno reso ingovernabile il fenomeno della malpractice. In particolare è necessario intervenire per: circoscrivere la responsabilità dei medici e delle strutture sanitarie; attuare idonee misure di gestione del rischio attraverso la nomina di un risk manager in tutti gli ospedali; porre un tetto ai danni non patrimoniali con l'approvazione delle tabelle di risarcimento dei danni biologici; definire linee guida mediche validate anche per contrastare il fenomeno della medicina difensiva che pesa per oltre l'11% sulla spesa sanitaria".

Il settore è tra l'altro alla vigilia di un'importante novità. A partire dal prossimo 14 agosto i medici dovranno essere obbligatoriamente assicurati contro i rischi della responsabilità civile, secondo quanto prevede la legge n.148/2011. È una disposizione dalla quale il recente decreto legge sulla semplificazione ha esonerato i dipendenti del Servizio sanitario nazionale, "sia pure - sottolinea l'Ania - con una norma contorta che lascia aperti diversi dubbi interpretativi". Risale invece a 48 ore fa l'ultima novità legislativa che potrebbe cambiare di nuovo le carte in tavola.

Un emendamento del Pd al decreto sulla riforma della Pubblica amministrazione prevede infatti l'obbligo per le tutte le aziende del Ssn e per tutte le strutture sanitarie private (accreditate o non) che, a qualunque titolo, forniscono prestazioni sanitarie, "di dotarsi di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per responsabilità civile verso terzi (RCT) e per responsabilità civile verso prestatori d'opera (RCO), a tutela dei pazienti e del personale".

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