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L'addio dei frati all'abbazia di Mirasole: "Ormai siamo troppo pochi"

12 settembre 2015 | 13.32
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Si svuota un gioiello del Policlinico di Milano

L'abbazia di Mirasole (foto Policlinico Milano)
L'abbazia di Mirasole (foto Policlinico Milano)

Dovevano rimanerci 99 anni, se ne vanno dopo 2. I frati premostratensi dicono addio all'abbazia di Mirasole di proprietà della Fondazione Irccs Policlinico di Milano, un complesso del XIII secolo situato a Opera nelle campagne a sud del capoluogo lombardo. La decisione di disdire il contratto di comodato siglato con la Fondazione nel febbraio 2013 è arrivata in piena estate come un fulmine a ciel sereno. E ora il destino di uno dei gioielli del 'tesoretto' del Policlinico, un patrimonio accumulato in oltre 6 secoli di storia per un valore stimato in circa 800 milioni di euro, sarà discusso nella prossima riunione del Cda il 25 settembre. Motivo dell'abbandono "la precarietà numerica della comunità italiana che, stabilitasi a Mirasole con 12 canonici, è ora ridotta 5". Troppo pochi.

"In base all'articolo 3 del comodato - fanno sapere dell'ospedale di via Sforza - in caso di recesso volontario il Priorato è tenuto ad un anno di preavviso e, dunque, rimarrà a Mirasole fino al 29 luglio 2016, continuando a svolgere tutte le attività e gli obblighi in essere previsti dal contratto. In sintesi, manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso abbaziale; tutela del luogo; apertura al pubblico; funzioni religiose e culturali".

"Al 22 febbraio 2013 - ricorda il Policlinico - risale il contratto di comodato con il quale la Fondazione Irccs ha affidato per 99 anni il complesso abbaziale di Mirasole ai canonici regolari premostratensi, ordine religioso composto da circa 1.200 confratelli nel mondo, che integra la vita comunitaria e ascetica con una vita immersa nella realtà pastorale".

"A seguito di ingenti lavori di ristrutturazione da parte della comunità premostratense - sottolinea l'Irccs - a ottobre 2013 si è insediato il priorato italiano, con 12 canonici di cui 8 sacerdoti. Da subito è stata possibile l'apertura quotidiana del complesso abbaziale, per una fruizione di accoglienza non solo spirituale, ma anche turistica, culturale e civile. In appena 2 anni si sono contate migliaia di visitatori e, oltre al rifiorire del luogo, l'abbazia e il priorato sono diventati punto di riferimento, di esempio di vita cristiana e di proposta culturale e civile per tantissime persone, non solo del comune di Opera, ma di tutta la diocesi".

Il presidente della Fondazione Irccs Policlinico, Giancarlo Cesana, ha "preso atto" della comunicazione della comunità premostratense "con dispiacere. Come ho avuto modo di sottolineare nella recente corrispondenza con i responsabili dell'ordine premostratense, tali sono stati gli impegni a livello economico, civile, istituzionale e pubblico, assunti dall'ordine canonico, dall'ospedale Maggiore, dal Comune di Opera, dalle istituzioni civili e, non da ultimo, dall'Arcidiocesi di Milano; e tale è la fioritura che ne è conseguita, che la decisione dolorosa e comunque inaspettata della comunità monastica non può mettere la parola fine alla grande opera civile e religiosa iniziata".

"Visto che tutto ciò è accaduto nel pieno delle ferie estive, il Consiglio di amministrazione della Fondazione è stato messo a conoscenza per mail della situazione, in attesa della seduta del 25 settembre che sarà occasione per una valutazione ancora più dettagliata", conclude l'informativa dall'ospedale. "Confortato dalla stretta collaborazione istituzionale con le autorità civili, con il Comune di Opera e, in particolare, con l'Arcidiocesi di Milano", Cesana "si augura vivamente che nel breve possa essere trovata una soluzione che continui la fioritura religiosa, culturale e civile di Mirasole. La cui storia è tanto antica, quanto misteriosa".

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