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"Era innocente, aveva perso ogni speranza", parla il medico del pediatra suicida

03 settembre 2016 | 14.44
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

"E' stata la vittima innocente di un'accusa assolutamente falsa, una cattiveria nata dalla segnalazione di due pediatri di base con cui aveva avuto degli screzi perché riteneva non facessero il loro lavoro come dovevano". Commenta così il suicidio di Alberto Flores D'Arcais - primario dell'ospedale di Legnano (Milano), accusato di atti sessuali su pazienti minorenni - il suo medico di famiglia e amico, Alberto Aronica.

Dopo che una settimana fa era stata rigettata la richiesta di revoca degli arresti domiciliari dal tribunale di Busto Arsizio (Varese), "Alberto aveva perso tutto, aveva perso ogni speranza", dichiara il camice bianco all'Adnkronos Salute.

"Come suo medico di famiglia - spiega Aronica - ero autorizzato ad andarlo a trovare. L'ho visto l'ultima volta a metà agosto. A fine luglio stava molto male e ho consigliato una visita psichiatrica perché avevo capito che era a rischio suicidario. E' stato visto da psichiatri tre volte, ci sono tre relazioni disponibili. La richiesta di libertà - prosegue il medico- si basava sulla perizia di parte, redatta da un noto pediatra che, guardando i filmati, ha ritenuto di vedere solo riprese di normali visite pediatriche. Purtroppo questa perizia è stata ignorata - ritiene Aronica - ed è stata ritenuta valida solo la perizia allergologica che lo accusava".

Flores D'Arcais, infatti, era un pediatra con specializzazione in allergologia e le visite contestategli si sarebbero prolungate troppo su pazienti femmine minorenni che visitava nude "per avere un quadro medico completo. Lo sanno tutti, proprio tutti - precisa Aronica - che le visite allergologiche si svolgono così". Il pediatra confidava nell'accettazione della richiesta di libertà che invece è stata rigettata. I suoi legali avrebbero fatto ricorso, a breve, al Tribunale della Libertà.

"Ero il suo il medico, ma ero anche un suo caro amico - racconta il dottore - ha curato mia figlia, i miei nipoti, tutti i figli dei miei amici. Era una persona adorata da tutti. L'ultima volta che lo avevo visto in studio, insieme a mia figlia che ha studiato medicina e valutava la possibilità di diventare pediatra - conclude Aronica - Alberto le aveva detto: 'per fare la pediatra bisogna voler bene davvero ai bambini'".

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