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Federmeccanica-sindacati, su salario guerra di posizione

Federmeccanica-sindacati, su salario guerra di posizione
24 febbraio 2016 | 18.12
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Sul salario è guerra di posizione tra Federmeccanica e Fim, Fiom, Uilm per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Nel terzo e penultimo round a delegazioni ristrette, oggi, prima del lavoro di sintesi che si compirà il 2 e 9 marzo per riportare poi la partita in plenaria il 15 marzo prossimo, infatti, imprese e sindacati hanno confermato, intatte, le distanze. Il nodo è e resta quello del salario minimo di garanzia proposto da Federmeccanica, con cui erogare aumenti in busta paga solo a quelle retribuzioni al di sotto di questo minimo per concentrare gli incrementi solo sulla contrattazione aziendale, bocciato dai sindacati che invece reclamano aumenti a livello nazionale per tutti i lavoratori. Nessuna convergenza, dunque, nessun avvicinamento: le posizioni sono le stesse dell'avvio del negoziato di tre mesi fa.

Ed è la Fim, oggi, che freme per imprimere al negoziato un ritmo più veloce, a fare la voce grossa." Ci siamo mossi alla ricerca di convergenze dalle nostre posizioni iniziali e abbiamo ricevuto da Federmeccanica la ripetizione ostinata della sua piattaforma. Se permane questa rigidità sul salario penso si avvicini inevitabilmente la rottura. Anzi, mi sembra che gli industriali la stiano cercando in maniera spasmodica e con troppa intransigenza", accusa il leader Fim, Marco Bentivogli che si augura che gli imprenditori "non vogliano immolarsi su posizione dogmatiche". Una rigidità "che va superata perchè sprecare tempo, come fa Federmeccanica, non è una grande prova di volere una trattativa fuori dalla ritualità tradizionale", ammonisce ribadendo come la proposta degli industriali "punti ad escludere il 95% dei metalmeccanici dall’erogazione salariale; pesi maggiormente sulle aziende in difficoltà e non incentivi la contrattazione aziendale".

Immediata la replica di Federmeccanica: "Andiamo avanti. Non cerchiamo certo la rottura del negoziato. Parlare di rottura dopo che offriamo un pacchetto di welfare a tutti, mi appare una forzatura. Chi cerca la rottura non propone queste cose epocali che sono anche un modo per dimostrare che noi nel contratto nazionale ci crediamo", taglia corto il direttore generale Stefano Franchi ricordando i 1582 euro lordi in tre anni offerti con il pacchetto Welfare a tutti i metalmeccanici, sul tavolo del negoziato e su cui potrebbero registrarsi "importanti convergenze". La trattativa è certamente "complessa e sul salario le valutazioni non sono convergenti ma noi abbiamo fatto una proposta equilibrata e sostenibile con cui garantire aumenti salariali a tutti quelli che sono sotto il salario minimo con aumenti legati alla produttività con cui redistribuire la ricchezza dopo che la si è prodotta", spiega ancora Franchi.

Più fredda, in questa fase, la Fiom. "Non sono nè pessimista nè ottimista; sono realista", si definisce il leader Maurizio Landini che registra "distanze forti sul salario" ma parla anche di "fase esplorativa" e della necessità "di vedere cosa succede entro il 15 marzo prossimo". "E' presto per dare giudizi. Certo, loro non scherzano ma neppure noi", conclude. E anche la Uilm, che la scorsa settimana aveva alzato la palla in favore di una riflessione su possibili mobilitazioni in appoggio alla vertenza, oggi si limita a registrare come da parte di Federmeccanica ci sia stata solo "una riconferma integrale al non voler cercare soluzioni che prevedano aumenti salariali per tutti", come spiega Rocco Palombella.

Il negoziato dunque va avanti; oggi le parti hanno deciso di dare vita ad una Commissione tecnica che affronti la riforma dell'inquadramento professionale. Prossimo appuntamento domani con una altra serie di approfondimenti. Poi toccherà agli incontri di sintesi, il 2 ed il 9 marzo e infine la plenaria del 15 marzo preceduta da un vertice tra Fim Fiom e Uilm sul futuro del negoziato.

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