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Musica: 007 e chitarre, alla Sapienza 'La musica spiata'

09 dicembre 2015 | 12.37
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(Infophoto)
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I Servizi segreti americani si allarmarono quando nel 1976 Lucio Battisti, all’epoca il cantautore più popolare in Italia, decise di trasferirsi stabilmente a Los Angeles. Perché un artista tanto amato nel suo paese sceglieva di emigrare in una terra in cui era un assoluto sconosciuto? Accadde così che membri dell’Ambasciata statunitense convocarono segretamente Franco Migliacci - autore con Domenico Modugno di "Volare" - per chiedergli garanzie scritte su Battisti a fronte del rilascio del visto di lavoro negli Usa. Ciononostante il soggiorno americano del cantautore fu puntigliosamente seguito, con registrazioni video e telefoniche, da un musicista amico.

Un autorevole agente segreto, già eroe della Resistenza, sorvegliò - grazie al figlio cantante - i primi passi del rock italiano, muovendosi con disinvoltura tra Adriano Celentano ed Enzo Jannacci, tra Little Tony e Giorgio Gaber.

Vasco Rossi lasciò il manager che lo aveva portato al successo quando scoprì i suoi legami con i servizi segreti. Dai Rokes ai Pooh, da Il Volo al Banco del Mutuo Soccorso sono tante le storie di sorveglianza esercitata nei confronti dei gruppi musicali beniamini dei giovani.

Queste storie intriganti sono al centro di “La Musica Spiata” primo di una serie di approfondimenti sul tema “Rock, Diplomazia Sonora, Intelligence nell’Italia della guerra fredda culturale” organizzata dall’unità di ricerca Music Making History alla “Sapienza” Università di Roma con la speciale collaborazione di Michele Bovi, autore del programma televisivo Segreti Pop trasmesso da Rai1.

In questo primo appuntamento che si svolgerà domani, alle ore 10.00, nell’Aula magna del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche in via Salaria 113, saranno illustrati 60 anni di monitoraggio su band e cantanti italiani da parte di 007 nostrani e Ambasciate straniere. Intervengono Marilisa Merolla, professore associato e direttore di Music Making History Research Unit, il giornalista Michele Bovi, il generale Umberto Rapetto esperto di intelligence e spionaggio informatico, il cantante Edoardo Vianello. E con i contributi del paroliere Franco Migliacci, di Johnny Charlton già chitarrista dei Rokes, il gruppo inglese più popolare in Italia negli anni Sessanta, dell’economista Guido Crapanzano già rocker della prima ora (era il Guidone del Clan Celentano) e di Roberto Di Nunzio, storico di intelligence.

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