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Otite, raffreddore e sinusite incombono sui piccoli. Ecco come batterli

12 gennaio 2016 | 13.39
LETTURA: 8 minuti

Otite, raffreddore e sinusite incombono sui piccoli. Ecco come batterli

E' tempo di otiti, raffreddori e sinusiti, che incombono anche sui più piccoli. "Ci si preoccupa per gola e tonsille, ma moltissimi bambini in questo periodo fanno i conti con l'otite, una delle malattie più frequenti nel bambino. E' rara nei primi quattro mesi di vita, mentre la maggior frequenza si ha verso gli undici mesi". A dirlo all'AdnKronos Salute è il pediatra di Milano Italo Farnetani, che spiega ai genitori come riconoscere otite, raffreddore e sinusite e quali errori evitare nel prendersi cura del bambino malato: si rischia di peggiorare la situazione.

"Per l'otite i sintomi da osservare sono tre, possono essere associati fra loro ma spesso se ne presenta anche uno solo: febbre, dolore all'orecchio, fuoriuscita di secrezione o sangue". La diagnosi può farla solo il medico osservando l'interno del canale uditivo con un apposito strumento: l'otoscopio. "L'orecchio medio si infiamma dando l'otite media perché vi arrivano batteri e virus ed è una malattia così frequente che 2 bambini su 3 ne hanno presentato almeno un episodio durante i primi tre anni di vita". Quando c'è dolore all'orecchio per le prime 12 ore è sufficiente dare il paracetamolo, "se continua meglio usare l'antibiotico che però va assunto almeno per 5 giorni dopo prescrizione del medico. Contro l'otite l'antibiotico migliore è l'amoxicillina. Per il dolore si può continuare a usare anche il paracetamolo ogni 4 ore".

L'otite è provocata da virus e batteri, ma non dal freddo, perciò è inutile coprire le orecchie. "Non si devono mai istillare gocce all'interno dell'orecchio - raccomanda Farnetani - senza che lo abbia prescritto il medico. E bisogna ricordare di non pulire l'interno del condotto uditivo, perché il cerume è un detergente naturale ed è sufficiente. Vietatissimi inoltre i bastoncini cotonati". Il bambino piccolo in genere "si tocca le orecchie non perché gli facciano male, ma perché vuole conoscere questa parte del proprio corpo o, più spesso, perché ha prurito, perciò questo non è un sintomo di otite".

Il raffreddore è "un'infezione lievissima che però va gestita con le informazioni giuste", dice Farnetani. Moniti che si possono racchiudere in un decalogo per i genitori. Eccolo:

1) Attenti alle mani: il raffreddore si trasmette, oltre che con l’aria respirata, anche attraverso le secrezioni, soprattutto del naso e degli occhi, che possono essere trasportate con le mani (pertanto è bene lavarsele con accuratezza), con gli oggetti che tocca una persona che ha il raffreddore e con i fazzoletti che pertanto è bene non abbandonare nell’ambiente.

2) Se il raffreddore dura meno di 5 giorni: è la forma 'normale'. Non è necessario assumere farmaci.

3) Se dura più di 10 giorni: si può trattare di sinusite, cioè l'infiammazione dei seni paranasali. In questo caso si deve consultare il medico perché sarà necessario assumere antibiotici per due settimane.

4) Se la durata è compresa fra 6 e 9 giorni: consultare il medico solo se la secrezione nasale è striata di giallo o verde, o se c'è tosse al mattino. Potrebbe trattarsi di una forma iniziale di sinusite.

5) Aerosol: non serve né in caso di rinite né di sinusite, perché il farmaco in questo caso salta la via nasale.

6) Spray o decongestionanti nasali: vanno usati solo se prescritti dal medico perché possono danneggiare la mucosa del naso.

7) Aria umida: fa bene perché evita l'essiccamento della mucosa che riveste l'interno del naso. Quando sono accesi i riscaldamenti, basta tenere due asciugamani bagnati sul radiatore.

8) Se in caso di raffreddore esce sangue dal naso: nessun problema grave, infatti la mucosa interna del naso infiammata è meno resistente ai traumi che perciò possono con facilità rompere i piccoli vasi sanguigni che sono superficiali. Per arrestare il sangue basta stringere le narici con due dita per 5 minuti.

9) Se il bambino ha meno di un anno: è necessario che i genitori gli tengano libero il naso, lavando le narici con acqua salata. Per instillargli in modo corretto sia la soluzione salina, sia le gocce nasali, andrà tenuto con la testa rivolta all'indietro, in modo che le narici siano allo stesso piano del torace.

10) Da non usare le pompette per aspirare le secrezioni: si rischia di asportare insieme al muco anche parti del rivestimento interno.

"I bambini, ogni anno, presentano da 3 a 8 episodi di raffreddore e sono più colpiti i maschi, mentre dall'età di 12 anni in poi gli episodi si dimezzano (da 2 a 4)".

Come si valuta la gravità del raffreddore? "In genere il raffreddore non è mai grave, nemmeno se è infiammata la gola e compare tosse o febbre, purché duri meno di 10 giorni. Nel bambino molto piccolo però, che non sa respirare con la bocca, è probabile che sembri creare una difficoltà respiratoria. Non ci si deve fare impressionare da queste difficoltà o dai rumori e fischi al passaggio dell'aria. La difficoltà respiratoria - dice Farnetani - si valuta osservando altri parametri, rilevabili con facilità anche dal genitore. La prima cosa importante è contare il numero dei respiri. Basta appoggiare una mano sull'addome del bambino e controllare i relativi innalzamenti, ognuno dei quali corrisponde a un respiro. Se il numero è inferiore a 50 nel bambino che ha meno di 30 giorni, o 40 per le età successive, significa che va tutto bene. Se il numero è aumentato significa che l'aria non riesce a diffondersi in tutti i polmoni (una parte per esempio potrebbe essere infiammata durante la polmonite) e allora l'organismo cerca di compensare questa zona dove non può far entrare l'aria, respirando più frequentemente. Per questo se il numero dei respiri supera i valori che abbiamo indicato si deve far visitare il bambino dal medico".

E la sinusite? "La diagnosi è facile: il bambino ha la sinusite quando il raffreddore o la tosse durano ininterrottamente più di 10 giorni. La sinusite - dice il pediatra - è l'infiammazione dei seni paranasali". Quando viene la sinusite? "I seni paranasali iniziano a raggiungere un sufficiente grado di sviluppo e, di conseguenza, ad avere una cavità sufficiente a 'ospitare' gli agenti infettivi a partire dal secondo anno di vita e perciò si capisce perché verso i 5-6 anni si ha il maggior numero di casi di sinusite".

Ma quando si rischia? Ogni volta che c'è il raffreddore, poiché naso e seni paranasali sono in comunicazione tra loro, l'infiammazione con facilità passa da una struttura all'altra e infatti ogni volta che si ha rinite si ha sempre sinusite e, quando regredisce l'infiammazione del naso, guariscono anche i seni paranasali. Ma non sempre questo avviene, perché talvolta, sfruttando la momentanea difficoltà dei seni paranasali infiammati, possono proliferare dei germi, soprattutto Haemophilus influenzae di tipo B e Streptococcus pneumoniae, determinando un nuovo processo, indipendente dal raffreddore, che perciò non guarirà simultaneamente a questo, ma si potrà protrarre nel tempo".

La proliferazione di questi germi è facilitata quando, per vari motivi, viene chiusa o comunque ristretta la via d'uscita, cioè la comunicazione fra seni paranasali e naso, come avviene quando c'è l'ipertrofia delle adenoidi. Come si scopre la sinusite. Se il raffreddore dura più di 10 giorni ci sono 9 possibilità su 10 che si tratti di sinusite, soprattutto se c'è anche tosse secca (soprattutto notturna) e otite. "I sintomi che la fanno sospettare con una certa probabilità sono il respiro maleodorante, la presenza di febbre superiore a 38,3°C e gli occhi gonfi. Il mal di testa, a differenza che negli adulti, nei bambini è un sintomo della sinusite poco frequente, infatti lo presenta solo un bambino ogni 7-8 ammalati". Per la cura, infine, "servono gli antibiotici, prescritti dal medico, perché la sinusite è provocata dai batteri; utili anche lavaggi nasali con la soluzione fisiologica e, come decongestionanti, gocce o spray nasali, se necessario anche con corticosteroidi".

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