Cambiata all'ultimo, per volontà dei familiari, la chiesa per le esequie di Antonio Cosimo Stano, il 66enne picchiato dai bulli e morto dopo 18 giorni di agonia. Sentita dagli investigatori anche una ragazza. L'amico: "In ospedale mi ha guardato poi più nulla". La madre di uno dei ragazzini all'Adnkronos: "Mi sento responsabile"
Cambiata all'ultimo, per volontà dei familiari, la chiesa dove si sono celebrati i funerali di Antonio Cosimo Stano, il 66enne picchiato dai bulli e morto dopo 18 giorni di agonia all'ospedale Giannuzzi. "Siamo i cugini, lasciateci entrare" dicono i familiari fuori dalla chiesa di Santa Maria. Lasciati entrare un quarto d'ora dopo l'inizio di una cerimonia blindatissima, chiedono rispetto ai cronisti che li incalzano: "Non sapevamo, vogliamo solo salutarlo". "Non abbiamo sensi di colpa, nessuno immaginava" dice Roberto Stano, cugino del 66enne. "Antonio era una persona tranquilla, solo questo".
Oggi pomeriggio il focus sulle indagini, in procura a Taranto, ha anticipato la conferenza stampa che alle 11 di domani potrebbe finalmente delineare responsabilità e ruoli più o meno rilevanti ricoperti dai 14 componenti della baby gang. Dai video sarebbero almeno 5 i ragazzini coinvolti in prima persona nelle aggressioni fisiche e verbali.Ci sarebbe anche una ragazza, fidanzata di uno dei due maggiorenni, tra i giovanissimi ascoltati dagli inquirenti ormai a un passo dal chiudere il cerchio intorno agli indagati per le aggressioni subite da Antonio Cosimo Stano. Sentita a sommarie informazioni, avrebbe però negato di essere a conoscenza dei raid filmati e condivisi in chat dal gruppo degli "orfanelli".
Parlando con l'AdnKronos, domenica, la mamma di uno dei ragazzini il cui nome compare nell'inchiesta sulla morte del 66enne ha detto: "Mi sento responsabile io dell'assenza di umanità dimostrata da mio figlio, anche solo per aver condiviso un video girato da altri. In casa viviamo male, non dormiamo. 'Perché?' mi chiedo, 'dove ho sbagliato?'".
