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Aumentano i costi dell’incentivazione delle fonti rinnovabili

19 giugno 2014 | 16.01
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Le misure di rientro dalle politiche di sostegno, sottolinea il presidente dell’Authority per l’Energia, Guido Bortoni, “hanno una serie di tappe”, come ad esempio l’uscita dai certificati verdi nel 2015, e le variazioni dei costi dell’incentivazione, nel tempo “avranno dei su e giù”

Aumentano i costi dell’incentivazione delle fonti rinnovabili

“Nel 2013, i costi dell’incentivazione delle fonti rinnovabili sono stati di circa 10,7 miliardi di euro, di cui circa 10 coperti tramite la componente A3 della bolletta. Per il 2014, le stime sono di 12,5 miliardi di euro, di cui circa 12 coperti dall’A3”. E’ quanto emerge dalla relazione annuale dell’Authority per l’Energia che è stata illustrata oggi dal presidente, Guido Bortoni, a Montecitorio. Le misure di rientro dalle politiche di incentivazioni, sottolinea Bortoni parlando con i giornalisti, “hanno una serie di tappe”, come ad esempio l’uscita dai certificati verdi nel 2015, e le variazioni dei costi dell’incentivazione, nel tempo “avranno dei su e giù”.

I “principi” del provvedimento spalma incentivi annunciato ieri dal Governo, rileva ancora Bortoni, vanno nella giusta direzione. Ora “bisogna attendere di vedere il decreto dal punto di vista degli strumenti. Sul merito degli strumenti che saranno utilizzati aspettiamo di vedere”.

Nel 2013 l’Italia, si rileva nella Relazione annuale dell’Aeegsi, ha ridotto ulteriormente la sua dipendenza energetica dall’estero, dall’80% del 2012 all’attuale 76% (-5%). Le importazioni nette sono scese del 2,2% a 42 TWh e il saldo estero ha coperto il 13,3% del fabbisogno interno. Il mix produttivo ha registrato un calo generalizzato delle fonti fossili e, in particolare, del carbone (-12,2%), del gas ( -6,5%) e del petrolio (-5,2%).

La produzione elettrica da fonte rinnovabile (110 TWh circa, il 60% da idroelettrico) è cresciuta del 17%, grazie dell’incremento della generazione eolica (15 TWh, +12%), fotovoltaica (22,4 TWh, +19%), da biomassa e rifiuti (14 TWh, +12%), e idroelettrica (52,2 TWh, +21%). Gli impianti termoelettrici dei sei principali operatori hanno garantito una disponibilità di capacità di generazione per almeno il 50% delle ore, pari all’81% della relativa capacità installata contro il 91% del 2012. Tuttavia, anche dopo il 2010 è entrata in esercizio potenza termoelettrica per 3,2 GW.

L’ultimo triennio, rileva Bortoni, “è stato un periodo di intenso lavoro, volto ad assicurare un tempestivo adeguamento del quadro delle regole nazionali, principalmente per tener conto dell’aumento tumultuoso delle fonti rinnovabili. Il nostro parco di generazione ha cambiato radicalmente struttura, con una quota di fonti rinnovabili che, in termini di potenza installata, al termine del 2013 ha superato il 37% del totale”.

La rivoluzione del mix produttivo, aggiunge il presidente dell’Authority, “è ora tale che una quota di circa il 30% della produzione nazionale, quella rinnovabile con costo variabile nullo, offre a zero la vendita della propria energia (incentivi in disparte), pareggiando di fatto la produzione nazionale a gas quanto a volumi prodotti”. Il cambiamento del mix produttivo e della sua distribuzione territoriale, osserva Bortoni, “ha inciso sensibilmente non soltanto sui mercati all’ingrosso, ma anche sul funzionamento del servizio di dispacciamento, nonché sullo sviluppo e sulla gestione delle reti. Tutto ciò a rischio di nuove inefficienze e di possibili criticità per la stessa sicurezza del sistema”.

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