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Sostenibilità: un consumatore su quattro sceglie cosmetici 'green'

23 giugno 2015 | 20.00
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(Infophoto)
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"Quasi un consumatore su quattro sceglie esplicitamente il bio e lo apprezza di più oggi rispetto a prima della crisi". Così Nadio Delai, presidente Ermeneia, illustra all'Adnkronos i trend dell'industria cosmetica italiana contenuti nel Beauty Report di Cosmetica Italia presentato insieme al Rapporto Annuale a Expo, in occasione dell'Assemblea dell'Associazione nazionale imprese cosmetiche.

Cosa piace ai consumatori oggi? Secondo il Beauty Report, in testa alle caratteristiche più apprezzate oggi, con il 53,4% di addensamento di risposte, c'è il 'buon rapporto tra prezzo e qualità del prodotto'; seguono 'essere un prodotto necessario' (29%) ed 'essere un prodotto adeguatamente e credibilmente 'testato'' (27,8%). Quasi 'a pari merito' si piazzano: 'essere un prodotto naturale e/o bio', quarto con il 23,6%, come pure 'essere un prodotto che riporta la scritta 'senza' oppure 'non contiene' per alcuni specifici ingredienti' (6° posto con il 20,4%). "A conferma - si sottolinea nel rapporto di Cosmetica Italia curato da Ermeneia - di un trend 'salutistico' presente da tempo nei consumatori". Come pure, al settimo posto con il 13,9%, c'è una voce che fa riferimento alle modalità di produzione che rispettano principi etici e della protezione ambientale.

Più in generale, i numeri raccontano l'evoluzione dell'approccio all'acquisto di cosmetici in questi anni caratterizzati dalla crisi economica. "Quest'anno si è usciti definitivamente dalla fase di psicologia quaresimale, si riprende a spendere un po' di più nel 2014 e si prevede di spendere di più nel 2015", spiega Delai. "Si sta attenti al valore economico del prodotto - prosegue - più al prezzo-qualità che al costo". Insomma "dopo sette anni di crisi sia le imprese che i consumatori hanno voglia di uscirne: quest'anno si afferma il ciclo della 'sobrietà di qualità'. Si diventa più sobri ma si guarda alla qualità. Sono sempre importanti prezzo e spesa ma questo atteggiamento viene limato, quello che conta è - ribadisce - il rapporto prezzo-qualità".

"Aziende sono ipersensibili agli umori dei consumatori"

"Lo spazio psichico del consumatore - spiega il sociologo - ha ormai tre dimensioni consolidate che fanno parte del ciclo della 'sobrietà di qualità'. Sono: multicanalità, multiprodotto e multiservizi" con una scelta di consumo sempre più orientata ad una 'light shopping experience'. "La seconda dimensione che caratterizza questo ciclo di 'sobrietà di qualità' è il consolidamento della aciclicità di fondo: c'è sempre uno zoccolo del 45% circa, stabilizzato negli ultimi due anni, di consumatori che crisi o non crisi alla fine consumano. Terza caratteristica di questa fase è la 'consapevolezza esplicita': oggi il consumatore è consapevole che bisogna essere sobri ma non poveri", spiega Delai.

Come si comportano le imprese di fronte alle tendenze che emergono dai comportamenti di consumo? "Le aziende sono ipersensibili rispetto alle esigenze dei consumatori, cercano di anticiparle - prosegue l'esperto - E' necessaria una sensibilità 'al margine' che permetta di cogliere come anno per anno il consumatore cambia umore. Insomma: bisogna cogliere 'l'attimo fuggente'".

Per quanto riguarda l'e-commerce, il comportamento degli ultimi tre anni è "altalenante: la crisi porta a comprare anche via Internet il 20% dei consumatori nel 2013, il 29% nel 2014 e il 22% nel 2015 - spiega il presidente di Ermeneia - Dati che mi fanno pensare che un consumatore su cinque è stabilizzato sull'e-commerce con qualche punta e qualche pentimento. Cioè: a volte sei soddisfatto, a volte ti penti perché magari non è quello che ti aspettavi o hai paura delle contraffazioni".

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