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Burioni e il caso Pfizer: "Su protezione vaccini dati oggettivi, ora basta"

13 ottobre 2022 | 16.20
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Il virologo risponde alle polemiche scatenate dalle parole dei rappresentanti di Pfizer al parlamento europeo: "Non testati su contagio perché priorità era evitare forme gravi"

(Fotogramma)
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"Negli studi di fase 3 i vaccini" Covid "non sono stati valutati per la loro capacità di ostacolare il contagio, perché questo avrebbe richiesto molto tempo e ritardato la messa in commercio di un vaccino che, come prima cosa doveva, evitare la malattia grave". Tuttavia, "osservazioni successive hanno dimostrato chiaramente la capacità del vaccino di impedire l'infezione e la diffusione del contagio". Così su Twitter il virologo Roberto Burioni, docente all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, anche dopo il dibattito suscitato da rappresentanti di Pfizer che - durante un'audizione al parlamento europeo - hanno spiegato come è stata condotta la sperimentazione sul vaccino Covid-19.

In merito alle "osservazioni successive", Burioni fa riferimento a un suo post del 10 ottobre in cui spiegava che "la vaccinazione, da Omicron (gennaio '22) in poi, non protegge più completamente dall'infezione, ma prima la protezione era altissima: nell'aprile 2021 due dosi proteggevano al 92% dall'infezione e dunque il vaccino era allora fondamentale anche per ostacolare la diffusione del virus". Chiosa oggi lo scienziato: "Questi dati oggettivi non metteranno a tacere gli avvelenatori di pozzi, ma io il mio dovere l'ho fatto. Ora basta".

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