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Caos Colosseo, lavoratori restano in stato di agitazione

19 settembre 2015 | 09.17
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Centurioni: "Un polverone per nulla"

(Adnkronos)
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"I lavoratori della SS-COL, consci del ruolo centrale svolto dal settore dei Beni Culturali in Italia, sostengono con forza la necessità di un lavoro pubblico di qualità, proporzionato alla domanda, correttamente retribuito e pertanto mantengono lo stato di agitazione che si tradurrà in diverse iniziative a livello locale, regionale e nazionale". Si chiude così il documento dell'Assemblea Generale dei lavoratori della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area archeologica centrale che ieri ha innescato l'intervento del Consiglio dei ministri con il varo del decreto legge che trasforma i musei in servizi essenziali.

I lavoratori chiedono nel documento "il regolare pagamento del salario accessorio: turnazioni, festività, aperture straordinarie, 1° maggio, Notti dei Musei, progetti di produttività, straordinari e reperibilità notturna" e un "piano di occupazione generale" articolato in tre punti: "Lo scorrimento della graduatorie interne degli idonei da I a II area e da II a III; i passaggi orizzontali all'interno delle aree; un piano di assunzione pubblica adeguato al consistente fabbisogno e all'attuale dotazione organica".

Viene inoltre indicata la necessità di "un piano di organizzazione del lavoro condiviso che punti non solo alla valorizzazione, ma mantenga centralità alla sicurezza e alla tutela del lavoro, dei lavoratori e dei fruitori del nostro patrimonio culturale" e di "un piano di produttività proporzionale all'incremento dell'offerta di fruizione, anche in previsione del prossimo Giubileo".

Nel documento dell'assemblea, infine, si chiede di "conoscere gli obiettivi e il programma aziendale della SS-COL anche, ma non solo, in previsione della prossima ratifica del Consorzio-Fori con Roma Capitale del quale non si conosce l'esatta consistenza e la ricaduta a livello lavorativo, organizzativo interno e occupazionale".

Intanto, su quanto accaduto ieri, è tornato il premier Matteo Renzi nella rubrica dell''Unità' 'Caro segretario', rispondendo a una lettrice amareggiata dall'immagine dei turisti in attesa davanti al Colosseo. "Abbiamo approvato nel pomeriggio un decreto legge che inserisce i musei nei servizi pubblici essenziali. Certe scene - sottolinea - non potranno più accadere. Certo, ci sono alcuni sindacalisti che pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell'Italia. Non hanno capito che la musica è cambiata. Non gliela daremo vinta, mai. E il decreto legge lo dimostra in modo inequivocabile".

Il costituzionalista: decreto beni culturali potrebbe arrivare a Consulta - Il giurista Cesare Mirabelli, già presidente della Corte Costituzionale e vice presidente del Csm, prospetta la concreta possibilità che il decreto arrivi al giudizio della Consulta. "Se ci fosse un contenzioso potrebbe sicuramente approdare alla Consulta per una valutazione di legittimità costituzionale sul fronte del bilanciamento di due diritti, entrambi in Costituzione" dice conversando con l'AdnKronos.

Quanto all'esito di un eventuale pronunciamento della Consulta, "non mi sembra - afferma Mirabelli - che vi siano nella questione elementi tali da poter portare a ritenere illegittima la norma, non mi sembra che conculchi i diritti dei lavoratori". I due diritti in questione, nel caso, sarebbero appunto "quello dei lavoratori allo sciopero in particolare ovvero all'attività sindacale in generale, e quello dei cittadini a godere dei servizi essenziali. Questi ultimi non hanno un ambito ristretto esclusivamente ai servizi vitali, c'è un margine di discrezionalità".

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