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Casapound, pm chiede 11 condanne per occupazione palazzo Roma

04 aprile 2023 | 12.03
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Chiesti 2 anni per "occupazione abusiva aggravata" dello stabile di via Napoleone III, coinvolti anche Gianluca Iannone e Simone e Davide Di Stefano. L’Agenzia del Demanio è parte civile

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

La procura di Roma ha chiesto undici condanne a due anni nel processo per l'occupazione abusiva del palazzo in via Napoleone III a Roma da parte di esponenti e simpatizzanti di Casapound. Tra gli imputati, accusati di occupazione abusiva aggravata, ci sono anche Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e il fratello Davide.

"Si tratta di un'occupazione di un immobile di proprietà del Demanio e assegnato al ministero dell'Istruzione e Ricerca che va avanti dal 2003 e che ha il suo fulcro in un movimento politico - ha detto nel corso della requisitoria il pm Eugenio Albamonte che ha sollecitato la condanna di tutti gli imputati e 1500 euro di multa ciascuno - Un'occupazione che non ha le caratteristiche delle finalità abitative e che ha causato fino al 2019 un danno significativo all'Erario, stimato dalla Corte dei Conti in oltre 4,5 milioni di euro, oggetto anche di un provvedimento sequestro preventivo non eseguito per ragione di ordine pubblico". Nel procedimento è parte civile l'Agenzia del Demanio. La sentenza è attesa a maggio.

CASAPOUND - "È paradossale che per l'occupazione di CasaPound vengano richieste condanne esemplari, quando proprio in questi mesi milioni di euro del Pnrr vengono spesi per ristrutturare e regolarizzare, affidando poi le strutture agli stessi occupanti, i più importanti centri sociali della sinistra radicale, come nel caso del Porto Fluviale e dello Spin Time a Roma e dell'ex Opg Materdei a Napoli, storica sede del partito Potere al Popolo". È questo il commento di Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia, dopo che la Procura di Roma ha oggi chiesto 11 condanne a due anni per l'occupazione di via Napoleone III risalente al 2003.

"L'emergenza abitativa a Roma è sempre stata e continua a essere una vera criticità, ma il meccanismo marcio che impedisce di risolverla non è certo rappresentato da un palazzo che ospita 20 famiglie italiane nel degrado del quartiere Esquilino, quanto piuttosto dalla grave speculazione edilizia da sempre favorita dalla politica, come ad esempio dai 'piani casa' decisi a tavolino con gli stessi che gestiscono il business delle occupazioni rosse - aggiunge - Se si vuol far credere che il problema della Capitale sia CasaPound, per distogliere l'attenzione dal solito malaffare che favorisce sfacciatamente amici ed elettori, non cambia nulla, ci siamo abituati. Certamente non temiamo richieste di condanne esorbitanti, perché ci sembra chiaro che a motivarle intimamente non sia certo il reato di occupazione abusiva - conclude Iannone - che a Roma sembra esistere solo per noi ed essere molto più grave dei loschi intrallazzi della politica, della connivenza a spese dei romani dell'amministrazione Gualtieri con gli amici dei centri sociali".

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