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Omicidio Regeni, salta processo agli 007 egiziani

14 ottobre 2021 | 21.58
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Manca la prova di notifica ai quattro 007 accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio del 28enne ricercatore italiano. L'amarezza dei genitori di Giulio: "Premiata la prepotenza"

(Afp)
(Afp)

Il processo Regeni 'salta', gli atti tornano al gup. Dopo una camera di consiglio durata oltre cinque ore nell’aula bunker di Rebibbia i giudici della Terza Corte d’Assise di Roma hanno dichiarato la nullità dell’assenza degli imputati e nullo il decreto giudizio per quattro 007 egiziani, accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio del 28enne ricercatore italiano.

Si riparte quindi dall’udienza preliminare, anche con una nuova ricerca degli imputati. Per giudici non si può essere certi dell’effettiva conoscenza del processo da parte degli imputati, né della loro volontaria sottrazione al procedimento.

Il processo ai quattro 007 egiziani non ha passato il vaglio dei giudici della corte d'assise di Roma perché "il decreto che disponeva il giudizio era stato notificato agli imputati, comunque, non presenti all'udienza preliminare mediante consegna di copia dell'atto ai difensori di ufficio nominati, sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento".

"Riteniamo importante che il governo italiano abbia deciso di costituirsi parte civile" ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni al termine dell'udienza nell'aula bunker di Rebibbia. Insieme al legale erano presenti i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni e la sorella Irene: "Prendiamo atto con amarezza della decisione della Corte che premia la prepotenza egiziana. È una battuta di arresto, ma non ci arrendiamo. Pretendiamo dalla nostra giustizia che chi ha torturato e ucciso Giulio non resti impunito". "Chiedo a tutti voi di rendere noti i nomi dei 4 imputati e ribaditelo, così che non possano dire che non sapevano" ha aggiunto.


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