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Caso Rupnik, parla per la prima volta in pubblico ex suora vittima di abusi: "Ho desiderato morire"

21 febbraio 2024 | 15.10
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‘L’avvocato Sgrò: "Chi ha fatto questo deve andare in carcere"

Le due ex suore che hanno denunciato abusi.  Sulla sinistra il loro avvocato, Laura Sgrò
Le due ex suore che hanno denunciato abusi. Sulla sinistra il loro avvocato, Laura Sgrò

Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Per la prima volta parlano pubblicamente due ex suore considerate tra le “venti” vittime di abusi di ogni genere da parte di padre Ivan Rupnik. Mirjiam Kovac, che precisa di non avere subito “abusi sessuali”, e Gloria Branciani , la prima slovena la seconda italiana, ex componenti della Comunità di Loyola, hanno raccontato degli abusi che sostengono di aver subito dall’ex gesuita noto in tutto il mondo per i suoi mosaici per il quale il Papa, derogando alla prescrizione, lo scorso ottobre ha deciso di disporre il processo. “Ci siamo conosciute nella comunità – ha raccontato Mirjam nel corso di una conferenza stampa a Roma - eravamo ragazze giovani, con tanti ideali. Proprio questi ideali sono stati sfruttati per abusi di vario genere: di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali. Ci siamo trovate davanti a un muro di gomma – ha detto-, . Ora chiediamo che il muro si sgretoli”.

Gloria, classe 1964, ha raccontato di avere conosciuto padre Rupnik a Roma. Era una giovane studentessa: “Rupnik è entrato nel mio mondo spirituale deformando la mia relazione con il Signore, è entrato con l’autorità del padre spirituale, del confessore e anche come garante del carisma della nascente comunità”. La ex suora ha parlato di un “contesto abusante all’interno della comunità: Rupnik è in grado di manipolare molte persone attorno a sé creando una rete di consenso molto ampia. Ero molto ingenua in quel periodo” , ha detto la donna, all’epoca 21enne. Gloria ha raccontato di “abusi psicologici, fisici che diventavano sempre più violenti. Ad un certo punto Rupnik mi disse che il nostro rapporto era nella Trinità: iniziarono rapporti a tre con un’altra consorella. Poi Rupnik mi spinse a rapporti pornografici costringendomi ad andare anche in cinema porno. Ho desiderato morire “.

Gloria se ne andò dalla comunità di Loyola nel 1993. “Non volevo più sentire il dolore e il senso di perdita della mia identità”, ha detto denunciando “l’omertà della fondatrice della Comunità che copriva tutto per non perdere i suoi interessi”. Gloria ha poi raccontato di avere “perdonato padre Rupnik da tempo. Io chiedo verità e giustizia e che si rompa questo silenzio assordante. Non accetto che in certi ambienti siamo definite donnicciole infatuate di Rupnik. C’è bisogno del riconoscimento del male che ho subito io e altre venti delle 41 consorelle”.

In conferenza stampa e’ intervenuta anche la loro legale, Laura Sgro’: “Per le violenze sulle suore non esiste un censimento. Le vittime non devono perdere la fiducia nella giustizia. E non devono limitarsi ad andare a chiedere aiuto al vescovo o alla madre superiora. Devono andare a denunciare all’autorita’ giudiziaria. Andate dai carabinieri. Andate alla polizia!Andate da un avvocato, andate alle procure. Chi fa quello che hanno fatto a Gloria deve andare in carcere. Bisogna squarciare assolutamente questo velo”.

Sgro’ ha evidenziato un altro aspetto di Rupnik: “Dal 2007 e’ anche iscritto nel registro degli imprenditori. Nel mondo ha fatto oltre duecento mosaici. Nei posti più importanti di culto. In corso di lavorazione ci sono 3800 metri quadri di mosaici a Nostra Signora di Aparecida”. La ex suora Gloria Branciani, rispondendo ad una domanda specifica sul Papa, ha detto: “Forse il Papa non era a conoscenza dei fatti. Ci siamo esposte perché ci sia conoscenza su quel che abbiamo subito”. Il legale ha detto che le due ex religiose “andranno a deporre. Chiederò che avvenga davanti al Tribunale del dicastero per la Dottrina della fede. E stiamo valutando anche altri percorsi”.

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