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Condannato leader Forza Nuova Castellino

15 luglio 2019 | 20.29
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Quattro anni per i fatti del 2017, quando durante uno sgombero a Roma per assegnare un alloggio a una famiglia di origine etiope alcuni attivisti cercarono di impedire l’operazione con un fitto lancio di oggetti. Alla lettura della sentenza lui ha fatto il saluto romano

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Condanna a 4 anni per Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova. I fatti risalgono a settembre 2017, quando durante uno sgombero per assegnare un alloggio Ater a una famiglia di origine etiope alcune decine di attivisti di destra cercarono di impedire l’operazione con un fitto lancio di oggetti.

Nel corso degli incidenti tre appartenenti alle forze dell’ordine furono colpiti alla testa da dei sampietrini e rimasero feriti. In quattro furono arrestati, tra cui lo stesso Castellino, che alla lettura della sentenza oggi ha fatto il saluto romano verso alcuni amici e parenti in aula. Gli altri tre esponenti del movimento di estrema destra sono stati condannati uno a 4 anni, uno a 3 anni e mezzo e un altro a 3 anni e 4 mesi. Erano accusati a vario titolo di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

"Sbagliare è umano: il male e la prigione non li auguro a nessuno. Ci mancherebbe". Non prova rancore Clelia Bassano, intervistata dall'Adnkronos. La 52enne italiana, ma nata in Etiopia da padre italiano, fu vittima della rivolta animata due anni fa da Castellino. Il 27 settembre del 2017, Castellino e altri neofascisti, riuscirono a impedire a Clelia Bassano, a suo marito Massimo, un 48enne impiegato in una impresa di pulizie (e ai loro due figli che oggi hanno 14 e 23 anni) l'ingresso nell'appartamento popolare dell'Ater regolarmente assegnato loro dal Comune. "Tua moglie è nera - urlava la folla ai piedi della palazzina - andate via, vi conviene: qui non vi facciamo vivere". Due anni dopo quei fatti e appresa la notizia della condanna a Castellino, Bassano dice: "Non sono soddisfatta della condanna: io volevo solo entrare in casa, non mi auguravo certo questo. Penso che a questo mondo siamo tutti uguali. Comunque quella casa l'ho rifiutata, per me stare lì sarebbe stato troppo pericoloso. Un anno fa - racconta - ci hanno assegnato un altro appartamento a Valle Aurelia".

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