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Coronavirus, "convivenza forzata rischia di far crollare molte coppie"

12 marzo 2020 | 16.18
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di Sibilla Bertollini
Non basta l'autocertificazione per giustificare la fine di un amore. E in tempi di emergenza sanitaria, con le cause civili stand by, la conflittualità nelle coppie in via di separazione rischia di acuirsi. Specie per chi vive ancora sotto lo stesso tetto. "La convivenza forzata in un momento così teso e preoccupante come quello che stiamo vivendo in questi giorni rischia di far crollare molte coppie già in crisi", spiega all'Adnkronos l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Ami (Associazione matrimonialisti italiani). Che mette in guardia sulla possibile "criticità" del diritto di famiglia a causa dello stop dell'attività nei tribunali dopo la stretta del governo per frenare la diffusione del coronavirus.

I numeri parlano chiaro: "secondo l'andamento dal 2016 ad oggi, in media in Italia possiamo contare ogni anno 88mila separazioni e 54mila divorzi. Ed è già un'idea. Attualmente - spiega Gassani - nel sistema giudiziario abbiamo almeno 350mila cause di divorzio e circa 500mila procedimenti di separazione pendenti. Numeri importanti che danno una prospettiva di quello che è già un problema e che potrebbe aggravarsi con il congelamento dei processi in virtù delle misure per il contenimento del Coronavirus".

"Ovviamente nei casi d'urgenza - ordini di protezione, violenza in famiglia - si procederà. Si sta studiando anche la possibilità di procedere via skype. Ma se il diritto di famiglia è già in affanno tanto che non si riescono ad emettere sentenze in tempi rapidi, figuriamoci dopo: si rischia davvero l'intasamento nei tribunali", evidenzia l'avvocato.

"Credo comunque nel sistema giustizia e sono convinto che i magistrati e i presidenti di tribunale possano trovare una soluzione per accelerare i tempi dei processi, almeno per quelli più urgenti. Nel settore civile le cause più importanti - rimarca Gassani - sono quelle familiari e debbono avere precedenza assoluta. Ritengo che in tale direzione l'intervento del ministro delle Giustizia e i presidenti dei tribunali sia fondamentale. Bisognerebbe infatti evitare la lungaggine e l'incertezza di alcune cause che si trascinano dietro la tutela dei minori o gravi conflittualità in famiglia. Delle migliaia di cause di separazione e di divorzio, si consideri che alcune hanno iscrizione al ruolo 3-4 anni fa, certe hanno poi avuto sbocchi in Appello e in Cassazione". Un quadro che rimanda l’immagine di come "il diritto di famiglia possa rischiare di diventare emergenza nell'emergenza".

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