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Covid e zone, Zaia: "Riaperture a gradi, rivedere modello 21 parametri"

06 aprile 2021 | 14.26
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Il governatore: "Veneto in arancione ma non è un gioco a premi"

(Fotogramma)
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"Sulle riaperture ci vuole gradualità". Se ne è detto convinto oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ricordando che "il decreto prevede fino al 30 aprile solo zone rosse e arancioni, ma, qualora le condizioni epidemiologiche consentissero di reintrodurre altre fasce, c'è la possibilità di farlo". Il governatore ha sottolineato: "Io sono convinto che il modello dei 21 parametri diventi giorno dopo giorno sempre più anacronistico perché costruito in un momento nel quale non esisteva una diagnostica come quella attuale, così come le cure che facciamo oggi, ma soprattutto non esisteva l'effetto del vaccino, che non è irrilevante". Per Zaia "il modello va rivisto e velocemente perché lo scenario è nuovo. So che ci stanno lavorando, e spero che lo facciano in tempi rapidi". Comunque, "giovedì prossimo come presidenti di Regione incontreremo il presidente del Consiglio e bisognerà trovare un equilibrio, un mix tra la voglia di riaprire e la valutazione del rischio dell'epidemia. Quindi - ha ribadito - servirà una gradualità nelle riaperture".

"Serve un nuovo rinascimento dell'economia" ha detto il governatore, ricordando che "abbiamo iniziato con il crollo del 2008 e la crisi economica internazionale, ci stavamo appena iniziando a riprendere ed è arrivata questa nuova mazzata. Adesso con i 209 miliardi previsti dal Recovery fund, se impiegati bene, ne verremo fuori, ne dobbiamo venire fuori. Ma le Regioni sono le uniche realtà capaci di 'mettere a terra' gli investimenti previsti dal Recovery fund". Quindi per Zaia "se il governo ci mette la visione federalista e attua una vera sburocratizzazione, allora riusciremo a ripartire, l'importante è che non si utilizzi una visione medievale e centralista, ma deve essere federalista. Così riusciremo a ripartire". Per il presidente del Veneto "se il governo avrà questa visione dovrà pensare alle Regioni come partner e bracci operativi".

"Da oggi il Veneto è in arancione, ma non è un gioco a premi, non abbiamo vinto nulla" ha sottolineato inoltre il governatore nel corso del punto stampa, in cui ha spiegato: "Abbiamo avuto due dati che seppur al limite sono sotto i parametri di zona rossa. Siamo sotto, ma di poco, sull'incidenza e sull'indice Rt, quindi la responsabilità adesso passa nelle mani dei cittadini: vi invito quindi a non trascurare in questa fase l'uso delle mascherine e il distanziamento sociale". Perché, ha continuato il presidente della Regione, "abbiamo 315 persone in terapia intensiva: non sono poche, anche se è vero che siamo più performanti nel curarle rispetto al marzo 2020. Ma questo dato non deve essere sottovalutato perché il virus c'è e lo dimostra che troviamo positivi con i tamponi". "Il mio appello quindi a non abbassare la guardia" ha detto Zaia.

Anche perché, ha spiegato ancora, "sono convinto che non si è ancora imboccata la via della discesa delle curve: vediamo un'altalena tra cali e riprese dei ricoveri. E abbiamo visto che si è abbassata l'età media che è ora di 54 anni, il target che viene colpito dal virus è cambiato perché abbiamo messo in sicurezza gli over 80, gli ospiti delle Rsa e il settore della sanità". Così per Zaia non c'è dubbio che "solo i vaccini sono la luce in fondo al tunnel".

Ma "sulle vaccinazioni stiamo 'pettinando le bambole', mentre in Israele si vaccina all'Ikea e nei pub, e gli offrono anche una bibita" ha osservato. "Bisogna andare avanti velocemente con le iniezioni", anche se ha ammesso che "quella delle vaccinazioni è una macchina complessa, abbiamo 1.300 persone impegnate. E andrei a fare le iniezioni. Perché non fare una giornata di volontariato a fare le iniezioni?", ha detto rispondendo poi alle polemiche sulla necessità che a farle sia solo il medico: "Io non metto in discussione la necessità di un medico nella anamnesi e nella valutazione dei sintomi post vaccino. Ma per fare una puntura non serve una laurea".

"Io l'estate me la immagino libera, perché se ci danno i vaccini, con l'aiuto della bella stagione (quando arriva il caldo abbiamo visto che questo virus si comporta come quello influenzale), credo che avremo un'estate libera" ha detto ancora il presidente del Veneto, spiegando che "ad oggi abbiamo superato il milione di dosi inoculate. E anche oggi sono arrivate altre 125mila dosi di Pfizer, ma in settimana non è previsto l'arrivo di altre dosi di AstraZeneca e Moderna". Però "fino a fine aprile avremo 150mila dosi di vaccino a settimana e vogliamo andare avanti per vaccinare in tempi brevi tutti gli over 80, le categorie fragili e i disabili".

Quanto agli "anticorpi monoclonali il Veneto è il primo in Italia per somministrazioni: ne abbiamo fatte 152 su 350 totali in Italia. E ne faremo ancora. Però bisogna spiegare che non è una cura per tutti" ha sottolineato Zaia.

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