La vedova del giuslavorista all'Adnkronos a 21 anni dall'omicidio: "Tenere sempre alta la guardia contro chi vuole sfruttare malessere delle persone"
"Massimo fu ucciso dalle Br perché chi vuole il conflitto vuole eliminare figure come lui, che era l’uomo della mediazione e del dialogo". Lo afferma all’Adnkronos Olga D'Antona, moglie di Massimo D'Antona, nel giorno dell’anniversario dell’omicidio del giuslavorista ucciso il 20 maggio del 1999 dalle Brigate Rosse a Roma.
"Il terrorismo in Italia è un fenomeno carsico, sembra sparire e poi riemerge. La storia cambia, ma anche in un momento come questo bisogna sempre tenere alta la guardia contro il terrorismo. Il malessere delle persone è evidente - sottolinea Olga D'Antona - c’è infelicità fra la gente, e può sempre esserci nel Paese qualcuno che cerca di raccogliere e sfruttare la crisi sociale”.
"Voglio esprimere un ringraziamento sentito al presidente Mattarella perché lui davvero non dimentica mai le vittime della mafia e del terrorismo", dice ancora Olga D'Antona. "Ringrazio anche i presidenti di Camera e Senato e il Pd – aggiunge – ho molto apprezzato la corona che insieme mi hanno mandato la sindaca Virginia Raggi per Roma e il presidente della Regione Nicola Zingaretti, come gesto di unità, così come hanno fatto i sindacati insieme, Cigl Cisl e Uil".
"Ho ricevuto numerosi messaggi da amici e dalle istituzioni. Fa piacere vedere che oggi è una data che non si dimentica, è nel cuore di tutti - afferma - nonostante io non abbia sollecitato nessuno sento una coralità che riscalda il cuore in un giorno come questo".