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Di Biase: "Ormai la violenza sulle donne è fenomeno strutturale"

25 novembre 2021 | 18.04
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MIchela Di Biase (Foto dal profilo Fb)
MIchela Di Biase (Foto dal profilo Fb)

"La strage silenziosa delle donne dev'essere trattata come un problema culturale, sociale e politico a cui rispondere, con un approccio multilaterale di tutti governi e di tutti i livelli istituzionali. La strada è ancora complessa". Lo ha affermato Michela Di Biase, Consigliera segretaria del Consiglio regionale del Lazio nel corso di un evento l'evento organizzato, presso la sede del Consiglio Regionale del Lazio, in Via della Pisana, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. L'incontro è stato moderato da Cinzia Felci, segretaria generale del Consiglio Regionale del Lazio.

"Quest'anno - ha ricordato - tra l'altro, il numero delle donne uccise è ancora altissimo. In Italia 109 donne solo nell'ultimo anno, spesso in casa. Indici che non accennano a scendere nonostante le misure di vario tipo che abbiamo preso e l'inasprimento delle pene. Per questi motivi parlare di emergenza non ha alcun senso. Si tratta di un fenomeno strutturale che non  può essere piegato solo con misure emergenziali e con la sola repressione. Servono più fondi, figure specializzate, una rete di protezione e un sostegno psicologico più forte e un'istruzione che lavori, fin dalle primarie, allo sradicamento di stereotipi culturali. È nostro dovere quotidiano mettere in atto normative di prevenzione che davvero incidano".

"Di fronte a questi numeri, parlare di emergenza non ha più alcun senso. Si tratta - ha aggiunto - di un fenomeno strutturale che non può essere più affrontato con misure emergenziali legate solamente alla repressione. Servono più fondi, figure specializzate, una rete di protezione, un sostegno psicologico più forte e un'istruzione che lavori, fin dalle primarie, allo sradicamento di stereotipi culturali. È nostro dovere quotidiano mettere in atto normative di prevenzione che davvero incidano. Nel paese assistiamo ad un ampio dibattito su tantissimi fronti: scuola, informazione, politica. Questo rappresenta certamente un bene, ma siamo arrivati ad un bivio, ad un momento cruciale di questa battaglia e dobbiamo fare scelte conseguenti a tutti i livelli istituzionali. Il femminicidio rappresenta, oltre che un oltraggio nei confronti dell'essere umano, un profondo freno al pieno sviluppo di una società equa e giusta".

Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Marco Vincenzi, ha sottolineato l'importanza del contrasto ad un "terribile fenomeno al quale purtroppo ogni giorno assistiamo. È importante la riflessione su questi temi. Un crimine contro le donne è un crimine all'umanità e bisogna raggiungere la sua eliminazione".

"Il 25 novembre dovrebbe essere tutti i giorni, perché noi operatori - ha spiegato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, Francesco Menditto, - siamo impegnati tutti i giorni nel contrasto alla violenza di genere e tutti i giorni le donne vengono maltrattate. Un giorno su tre una donna viene uccisa. Una donna su tre in Italia e nel mondo ha subito una qualche forma di violenza o molestia. Parliamo di un delitto che esiste da tanto tempo e che purtroppo è difficile sradicare. Noi cerchiamo di intervenire ovviamente ma è necessario un lavoro di rete e di consapevolezza culturale, per dare sicurezza alle donne. In questo momento si sta lavorando su un testo che migliori la loro tutela, ma dobbiamo avere la consapevolezza che qualunque normativa non risolverà il problema e la normativa italiana è già adeguata e sufficiente, ma bisogna a monte avere una conoscenza del fenomeno. Le norme già ci sono, ma altre ben vengano".

All'evento ha partecipato anche Oria Gargano, presidente dell'Associazione Be Free, Cooperativa Sociale contro Tratta, Violenza e Discriminazioni: "L'attenzione a questi temi sarebbe necesssia tutti i giorni. Occasioni come quella di oggi ci danno la possibilità di arrivare a più persone. La Cooperativa Sociale Be Free lavora dal 2007, gestendo servizi di assistenza e accoglienza per le donne e per i loro bambini. Serve grande competenza e creatività, perché non sempre le istituzioni accolgono ciò che noi segnaliamo con forza. Durante il lockdown, non solo tutti i centri sono rimasti aperti, ma abbiamo potuto aprire anche 3 centri anti-violenza e realizzare il bellissimo progetto chiamato 'Progetto Alberghi'. Abbiamo fatto un protocollo con Federalberghi e abbiamo inserito 18 nuclei mamma e bambini che hanno ricevuto tutto il sostegno possibile. Le nostre operatrici sono molto competenti nella rilevazione e valutazione del rischio sulle telefonate ricevute, ma per fare ciò serve anche un grande coraggio".

"Questa legge funziona ed è stato un passo avanti. Noi come polizia giudiziaria - ha spiegato Antonio De Vita, comandante della Legione Carabinieri Lazio - vivevamo l'impotenza di poter intervenire, ma con questa legge l'abbiamo superata. Alzare il livello della sensibilità e interpretare il non detto sono le frontiere della polizia giudiziaria. Questo tema si inserisce in un contesto nel quale la domanda di sicurezza diventa sempre più forte, ma ritengo che questo settore vada potenziato con le risorse e anche con i modelli culturali".

A fine convegno, è anche intervenuta il prefetto Vicario di Roma, Raffaela Moscarella: "Dall'1 gennaio al 31 ottobre di quest'anno, sono aumentati del 10% le violazioni ai provvedimenti di allontanamento dalla casa-familiare. Dall'entrata in vigore del codice rosso sono stati 4234 i casi di violazione di questi provvedimenti registrati in tutta Italia, con un picco in Sicilia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Campania. Sono stati 143 i delitti commessi da quando è entrata in vigore la legge. Un incremento del 45% si è anche registrato per le vittime del revenge porn. Questi dati sono necessari per inquadrare la criticità del fenomeno".

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