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Droga, a Milano tramonta 'generazione coca': fra under 25 vince il mix

Droga, a Milano tramonta 'generazione coca': fra under 25 vince il mix
25 febbraio 2014 | 19.21
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Milano, 25 feb. (Adnkronos Salute) - A Milano la cocaina non è più una droga di tendenza. Nella metropoli che più ha subito il fascino della 'polvere bianca' cambiano le mode. I tempi in cui l'uso di questa droga era in forte crescita sono tramontati.

Non è in atto una inversione di tendenza, precisano gli esperti del Dipartimento dipendenze dell'Asl cittadina, ma piuttosto una stabilizzazione del consumo di coca che risulta più frequente nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni.

Fra i giovanissimi, invece, vince il mix. Effetto del 'modello Internet' che gli under 25 applicano anche alla vita. E' il quadro tracciato da un'indagine condotta a ottobre 2013, attraverso questionari autosomministrati, su 3 mila persone di età compresa tra 14 e 64 anni.

L'utilizzo della cocaina resta sopra alla media nazionale fra i 25 e i 34 anni.

Lo studio è stato realizzato dall'Osservatorio del Dipartimento dipendenze dell'Asl in collaborazione con Emg - Marketing & Opinion Research, evidenziando le differenze rispetto a quanto riscontrato in analoghe ricerche negli anni precedenti.

I risultati sono stati presentati oggi nel capoluogo lombardo durante un convegno sul tema. Dai dati emerge che a Milano il consumo di cocaina fra i 15-24enni è perfettamente allineato alla media nazionale: l'1,4% in questa fascia d'età dichiara di averne fatto uso almeno una volta negli ultimi 12 mesi (1.067 persone), nel 2010 erano il 5,2%.

Diverso il discorso se ci si sposta nella fascia d'età 25-34 anni, più sensibile all'immagine abbinata alla 'polvere bianca': il 5,9% (5.141 persone) dichiara di aver tirato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, contro una media nazionale ferma all'1,1%. E il dato è in crescita rispetto al 4,2% rilevato nel 2010. L'utilizzo crolla dopo i 35 anni.

Sulle scelte dei piu' giovani pesa il diverso costo dei vari stupefacenti

Mentre la 'generazione coca' invecchia, fra i nativi digitali si fa strada un nuovo approccio alle droghe: "Si tratta di ragazzi abituati al paradigma dell'Mp3", spiega Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento dipendenze dell'Asl milanese. Per loro il 'marchio' non conta. E non fa presa lo status e lo stile di vita ben definito a cui fa riferimento la cocaina.

Se l'imperativo è sballarsi,aggiunge Gatti, "prendono un po' qua e un po' là quello che gli serve di volta in volta. Semmai nella scelta pesa il basso costo. E quello che conta è il risultato". Gli under 25 sono consumatori a proprio agio nel supermarket della droga, nel quale si muovono con una mentalità più aperta e senza confini.

I segnali di questa tendenza si possono leggere anche nei numeri: fra i 15-24enni l'11,8% dichiara di aver fatto uso almeno una volta nel 2013 di altre sostanze psicoattive, rispetto a quelle tradizionalmente più diffuse. Non solo: lo sballo si ricerca anche con l'alcol.

Uso combinato di cannabis, tabacco e binge drinking per 13 mila giovanissimi

Gli esperti segnalano come preoccupante fra gli under 25 il "consumo associato di cannabis, tabacco e alcol in modalità binge drinking. Possiamo stimare - riferisce Gatti - che il fenomeno riguardi il 16% dei 15-24enni nell'ultimo anno, circa 13 mila persone che, se manterranno queste abitudini, andranno incontro in futuro a malattie connesse all'uso di queste sostanze, accorciando la propria aspettativa di vita, e provocando un relativo aumento delle spese per la salute pubblica".

L'indagine rileva una lieve crescita delle smart drugs e della metanfetamina. Sono numeri piccoli, quindi il trend andrà confermato negli anni a venire. Ma gli addetti ai lavori sono "ragionevolmente allarmati" perché si tratta di sostanze diverse e talvolta poco conosciute nei loro effetti, e perché al momento il fenomeno è confinato alla fascia d'età dei giovanissimi.

Su tutto il campione l'1,3% (7-10 mila persone) ha dichiarato nel 2013 di aver fatto uso almeno una volta di ecstasy e anfetamine, contro lo 0,8% del 2010. Stabile l'uso di inalanti e popper che resta a quota 0,9%, e di ketamina fermo allo 0,2%. Mentre chi ha fatto uso almeno una volta di eroina o oppiacei passa dallo 0,3% allo 0,5% (2-4 mila persone).

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