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Elisabetta: storico Bruni, 'salda e pop, successione influirà su Scozia e Irlanda del nord?'

08 settembre 2022 | 20.04
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"Elisabetta II ha dato saldezza istituzionale al Paese durante le fasi di trasformazione della politica estera e interna"

Elisabetta: storico Bruni, 'salda e pop, successione influirà su Scozia e Irlanda del nord?'

"Bisogna considerare la lunghezza del regno di Elisabetta per capire il suo ruolo. E' stato il sovrano più a lungo in carica nella storia della Gran Bretagna, accompagnando un enorme cambiamento del Regno Unito, sia da un punto di vista interno che di ruolo internazionale. Quando è salita al trono la Gran Bretagna aveva vinto la II guerra mondiale, aveva un impero ma si avvertivano i primi segnali di sgretolamento di questo potere". Lo dice all'Adnkronos Domenico Bruni, storico alla School of Government Luiss Guido Carli, esperto di storia politico istituzionale della Gran Bretagna, che intervenendo sulla morte di Elisabetta II osserva: "Bisognerà vedere quale potrebbe essere la reazione dell'opinione pubblica in quei contesti territoriali dove ci sono già tensioni. La successione influirà sull'Irlanda del nord o la questione scozzese (pronta a tenere un nuovo referendum sul Regno Unito - ndr)?".

Secondo lo storico, "Elisabetta II ha dato saldezza istituzionale al Paese durante le fasi di trasformazione della politica estera e interna nel II dopoguerra garantendo al sistema politico britannico la stabilità necessaria per assorbire queste trasformazioni". Significativo il suo ruolo nel referendum sull'indipendenza della Scozia (2014), quando nonostante la posizione ufficiale della Corona fosse improntata alla neutralità, la regina in una conversazione privata tenutasi in presenza della stampa che si assiepava all'uscita dalla cappella del castello di Balmoral, dichiarò che si augurava che la gente "pensasse con molta attenzione al suo futuro". "La Sovrana ha contribuito al risultato - ricorda Bruni - E' stata una figura utile a esprimere l'unità del Regno e del Commonwealth, sua costruzione istituzionale, anche grazie al suo gradimento 'pop'".

"La figura di Carlo è molto diversa rispetto a quella della madre - prosegue lo storico - sia per il modo che per il tono in cui comunica e si rapporta al mondo politico. La Regina non ha mai superato i limiti secondo cui una monarchia costituzionale regna ma non governa. Il figlio Carlo è più propenso a far sentire la sua voce a ministri e leader politici. Bisogna vedere adesso come interpreterà il suo ruolo di sovrano. E bisognerà vedere quale potrebbe essere la reazione dell'opinione pubblica in quei contesti territoriali dove ci sono già tensioni. La successione influirà sulla questione scozzese o sull'Irlanda del nord?". (di Roberta Lanzara)

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