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Epatite acuta, per bambino di Prato 'sintomi respiratori' prima di malattia

22 aprile 2022 | 11.57
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Il direttore del primo reparto che seguito il paziente in Toscana: "Forma più severa delle solite, escluse cause comuni e avviata ricerca adenovirus 41"

Immagine di repertorio - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio - FOTOGRAMMA

Qualche giorno prima di sviluppare la grave forma di epatite acuta al momento di origine sconosciuta, il bambino di Prato - che compirà 3 anni a giugno - era stato visto dai medici "per una forma respiratoria modesta. Era stato a casa per 3 giorni senza avere grossi problemi. Ma poi era rientrato qui in ospedale per la persistenza della febbre". A raccontarlo all'Adnkronos Salute è Pierluigi Vasarri, direttore della Struttura operativa complessa di Pediatria e Neonatologia del Nuovo ospedale di Prato, dove per primi si sono occupati del piccolo ora ricoverato al Bambino Gesù di Roma, dove si valuta il trapianto di fegato.

Il suo caso è sotto i riflettori perché si indaga su un'eventuale correlazione con il picco di epatiti misteriose che si sta registrando in diversi Paesi europei, con numeri particolarmente elevanti nel Regno Unito. Il piccolo, di origine straniera e residente a Prato, "si è aggravato nel giro di poche ore", ripercorre Vasarri. La forma di epatite sviluppata "appare più severa rispetto alle normali epatiti - osserva l'esperto - Noi ne vediamo 6-7 l'anno, o da virus A o da virus B, o anche da citomegalovirus, ma così seria", con un quadro che degenera "in così poco tempo, no".

"Avendo sentito dei cluster di epatiti acute rilevati in Inghilterra, Spagna, Danimarca, Stati Uniti - prosegue lo specialista - eravamo sensibilizzati al problema e abbiamo fatto diversi esami, escludendo immediatamente tutte le cause di epatite più comuni che normalmente si verificano da batteri, virus e così via, compresa anche la ricerca del citomegalovirus e del virus della mononucleosi che però non hanno dato esito positivo. E abbiamo fatto anche la ricerca di questo adenovirus di sierotipo 41", rilevato in diversi casi segnalati a livello internazionale, "ma ancora non abbiamo questa risposta".

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