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Fecondazione, giallo su nuovo scambio di embrioni. Il Pertini: “Non risulta, pronti a rivalerci contro la coppia”

La denuncia arriva da una coppia di genitori di Napoli: “Scoperto che il profilo genetico del feto non è compatibile né con quello materno né con quello paterno’’. Chiesto un risarcimento di un milione di euro. Ma il direttore di medicina molecolare: ‘’I referti con la mia firma sono dei falsi’’

(Foto Infophoto) - PRISMA
(Foto Infophoto) - PRISMA
18 giugno 2014 | 18.26
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Nuovo sospetto caso di scambio di embrioni all’ospedale Sandro Pertini di Roma. La denuncia arriva da Giacomo Gentili, che afferma di essersi recato insieme con la moglie nell’ospedale romano ai primi di dicembre per un ciclo di fecondazione assistita.

“Il tentativo è andato in porto - racconta all’Adnkronos Salute - e mia moglie è rimasta incinta di una bambina. Ma, dopo essersi sottoposta ad amniocentesi di controllo, abbiamo scoperto che il profilo genetico del feto non è compatibile né con quello materno né con quello paterno”. La coppia si è rivolta all’associazione Agitalia per chiedere un risarcimento danni in sede civile di un milione di euro. “A maggio abbiamo scoperto che il profilo genetico della nostra bimba non corrisponde né al mio né a quello di mia moglie- denunciano -. Avendo saputo dello scandalo al Pertini abbiamo subito pensato a un possibile scambio di embrioni, anche se c’è stata anche una crisi all’interno della nostra coppia: per un momento ho pensato che mia moglie mi avesse tradito”.

Ma sulla vicenda è giallo. “I referti con la mia firma sono dei falsi”, assicura all’Adnkronos Salute Paola Grammatico, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’ospedale San Camillo Forlanini di Roma. “E’ stata usata carta intestata su cui poi è stato effettuata una manomissione su dati di altri referti, ma, a un’analisi approfondita il codice utilizzato non corrisponde alla tipologia di codici che noi attribuiamo ai campioni”. “Inoltre -prosegue Grammatico- l’incompatibilità del profilo genetico del feto con quello materno è stata valutata sulla base di una proteina, ma con questo tipo di analisi nessuno avrebbe mai potuto identificare un’incompatibilità genetica”.

La coppia sosteneva di aver effettuato la fecondazione al Pertini, dove sarebbe successivamente risultato che il profilo genetico non era compatibile. La struttura sanitaria ha fatto sapere, però, che dal registro della sala operatoria della procreazione medicalmente assistita non esiste nessun nominativo riconducibile ai denuncianti.

Dopo aver effettuato le doverose verifiche il Pertini con una nota dichiara: “Non risulta lo scambio di embrioni denunciato dalla coppia. Siamo pronti a rivalerci per gli autori del procurato allarme”. “Dalle verifiche approfondite, effettuate dopo la pubblicazione della notizia sugli organi di stampa, è emerso che non è stata effettuata alcuna amniocentesi presso l’ospedale Sandro Pertini in data 11 maggio 2014 (peraltro domenica); dal registro della sala operatoria della procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Sandro Pertini non esiste nessun nominativo riconducibile ai denuncianti. A questo si coniuga quanto dichiarato dalla professoressa Grammatico, genetista del San Camillo,  che parla di ‘manomissione su dati di altri referti’”, si sottolinea in una nota. L’ospedale, comunque, “continuerà i suoi approfondimenti e contestualmente è pronto a rivalersi nelle sedi istituzionalmente competenti nei confronti degli autori del procurato allarme”.

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