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Freddo, a Roma oltre 3 mila persone vivono in strada: Caritas e S.Egidio al lavoro per offrire aiuto

L'assessora alle politiche sociali di Roma Barbara Funari: "Avviata la nuova procedura di gara per le cosiddette 'Stazioni di posta' per senza dimora"

Senzatetto, Roma
Senzatetto, Roma
04 dicembre 2023 | 18.37
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Coperte, sacchi a pelo, pasti caldi. Il freddo è arrivato (anche) a Roma e le prime a risentirne sono le oltre 3mila persone che vivono per strada. "Con l'arrivo del freddo la situazione si fa drammatica per molti di loro", racconta all'Adnkronos Augusto D’Angelo, tra i responsabili, per la Comunità di Sant'Egidio, del servizio 'senza fissa dimora' nella Capitale. "Le persone che non hanno una casa sono circa 8mila. Di questi, 5mila sono divisi tra chi è accolto in strutture del comune o grandi reti, come appunto Sant'Egidio, la Caritas, le parrocchie etc. Il restante, circa 2mila e 500 persone, vivono in alloggi impropri, come vecchie fabbriche abbandonate e baracche. Ed è chiaro che questo, per loro, è un momento particolarmente critico. Con l'abbassamento delle temperature chi vive per strada sta affrontando molto difficoltà".

"La richiesta di coperte e sacco a pelo è aumentata vertiginosamente", aggiunge all'Adnkronos Alberto Colaiacomo, responsabile comunicazione per la Caritas di Roma. "La sera si trasforma in un incubo per tutti coloro che non riescono a trovare posto nell'ostello. Non siamo ancora partiti con un vero e proprio 'piano freddo'", spiega Colaiacomo, "Abbiamo aumentato i servizi nella fascia serale da due settimane a questa parte, incrementando la raccolta delle coperte nelle parrocchie, visto che c'è stata una richiesta crescente". I volontari della Comunità di Sant'Egidio, gli fa eco D'Angelo, hanno quasi raddoppiato le ronde. "Siamo visitando queste persone molto più spesso, portando coperte ed indumenti pesanti. Stiamo cercando di intervenire in modo da poter strappare le persone più fragili dal freddo. Negli ultimi anni, Sant'Egidio ha aperto in maniera un po' diffusa sul territorio diverse strutture tra cui anche due chiese, una è quella del buon pastore sul lungo Tevere e l'altra è quella di San Callisto a Trastevere. In questo modo, negli ultimi tre anni abbiamo tolto dalla strada circa 300 persone".

Ma il lavoro da fare è ancora tanto. "L'idea - spiega Colaiacomo - è di partire tra un paio di settimane con una struttura collocata nella parrocchia di Ostia, per ospitare più persone durante la notte. Per il resto, compreso il 'Piano Freddo', stiamo aspettando di confrontarci con l'assessoratao per capire come muoverci". L'assessora alle politiche sociali di Roma, Barbara Funari, spiega all'Adnkronos di aver "puntato da subito su un'accoglienza strutturata e diffusa tutto l'anno per i senza dimora. In attesa dei fondi Pnrr, con i quali ne apriremo altre, abbiamo avviato la nuova procedura di gara per le cosiddette 'Stazioni di posta' per senza dimora, un bando da quasi 10 milioni di euro con scadenza il 5 gennaio, in attesa dei fondi Pnrr con i quali apriremo altre stazioni di posta".

L'assessora aggiunge che sono stati investiti "più fondi per aumentare i posti letto in maniera diffusa sui municipi più periferici, escludendo il Primo Municipio dove ci sono già tante realtà per l'accoglienza, ma anche per le attività dei centri diurni, con servizi per le docce ma anche con uno sportello legale dedicato. 'Ad oggi possiamo contare sulle stazioni di posta dell'Esercito della Salvezza in II municipio e quella della Caritas a Villa Giacinta in via Casilina Vecchia. L'affidamento è in scadenza, serviva un nuovo avviso e abbiamo deciso di inserire alcune novità come un lotto dedicato a Ostia che ad oggi può contare su pochissimi posti per i senza dimora''.

Infine, D'Angelo lancia un appello: "In un momento come questo, in cui il freddo si fa sempre più insistente, l'attenzione di ogni cittadino - nei confronti di chi è bisognoso e vive per strada - diventa determinante, sia per segnalare la situazione alla sala operativa sociale del comune, sia come intervento personale: a volte regalare una coperta, fermarsi a portare un tè caldo può essere qualcosa che contribuisce a salvare una vita", conclude.

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