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Incidente A1, scarcerato il padre dei bambini morti

08 giugno 2020 | 15.34
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Di fronte ai giudici l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Va agli arresti domiciliari

Incidente A1, scarcerato il padre dei bambini morti

Il gip del Tribunale di Arezzo, Giulia Soldini, al termine dell'udienza di convalida del fermo, ha disposto la scarcerazione sostituita dalla misura degli arresti domiciliari per Emil Ciurar, il 30enne romeno di etnia sinti, che venerdì scorso era alla guida del minivan che si è schiantato contro un camion fermo in corsia d'emergenza lungo l'autostrada A1, in direzione sud, all'altezza di Badia al Pino, nei pressi del casello di Arezzo. Nello schianto sono morti due dei suoi figli, una bimba di 8 mesi e un bambino di 10 anni, e dei suoi genitori, di 50 e 52 anni.

Il giudice ha convalidato l'arresto. L'accusa resta quella di omicidio stradale colposo plurimo, contestata dal sostituto procuratore Roberto Rossi, titolare del fascicolo di indagine. Emil Ciurar, assistito dall'avvocato Christian Vannucchi, è apparso sotto choc. Nell'incidente sono rimaste ferite altre sette persone, tra cui la mamma dei bimbi morti, e la gemellina della vittima di 8 mesi, portata all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze insieme a un altro bambino.

Il 30enne, che si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice, trascorrerà gli arresti domiciliari a casa di un parente a Napoli, dove, tra l'altro, era diretto il giorno dell'incidente.

Il viaggio era iniziato 30 ore prima in Romania, e l'ipotesi più probabile è che l'uomo sia stato colto da un colpo di sonno. La famiglia (nel minivan viaggiavano in otto, anche se era omologato per sette) si stava recando a Napoli per far visita ai parenti.

"Mio padre ha gridato: attento! Allora ho aperto gli occhi e ho visto il tir davanti a me, ho provato a sterzare a sinistra. Pochi centimetri e li avrei salvati tutti", ha ripetuto Emil Ciurar in questi giorni passati in carcere. "Andavamo a Napoli dove ho dei parenti, per lavorare qualche mese".

Pendolare tra la Romania (la sua residenza è in Transilvania) e l'Italia, una casa come domicilio in Campania, Ciurar ha un precedente penale per fatti commessi 12 anni fa a Reggio Calabria. Da qui la decisione di arrestarlo per impedire l'eventuale pericolo di fuga. I cadaveri delle quattro vittime sono all'obitorio. Il magistrato ha deciso che non è necessaria l'autopsia. Le cause di morte sono fin troppo evidenti. Il conducente è risultato negativo l'alcoltest.

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