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Le Iene, inviato condannato per violenza privata: "Ricorrerò, non ho sbagliato"

01 febbraio 2021 | 18.32
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Pelazza condannato per violenza privata nei confronti della giornalista Soncini: "Sentenza non mi scoraggia"

Le Iene, inviato condannato per violenza privata:

"Accettiamo questa sentenza ma è ovvio che riteniamo di non aver sbagliato, quindi ricorreremo in Appello e in Cassazione. Questo è sicuro, perché non è nostra abitudine usare violenza nei confronti delle persone, e soprattutto delle donne. Ma ti pare che noi andiamo a usare violenza, ingiuriare, molestare? Assolutamente no". Così l'inviato delle Iene Luigi Pelazza commenta all'Adnkronos la condanna del Tribunale di Milano per violenza privata nei confronti della giornalista Guia Soncini. L'episodio risale al 2015, quando Pelazza aveva raggiunto la Soncini nel cortile di casa, fermandola per farle alcune domande.

"All'inizio il pm aveva chiesto nove mesi e 20mila euro di provvisionale, che poi sono stati sensibilmente ridotti a due mesi, convertiti 15mila euro di multa, e 2mila euro a lei", spiega l'inviato. Che ricostruisce l'episodio: "Quando sono stato interrogato, non mi accusavano di aver dato informazioni sbagliate, diffamatorie, o simili. Tutto era incentrato sull'atteggiamento che io avrei avuto nei confronti della Soncini".

Pelazza spiega: "Fermo restando che noi nel nostro programma siamo abituati ad andare a fondo alle cose, quel giorno è successo questo. Noi l'abbiamo aspettata all'ingresso del suo cortile. Lei ci ha riconosciuti, ha tentato di entrare nell'androne, e in effetti riguardando il filmato io, cercando di avvicinare il microfono, mi sono messo in mezzo fra lei e lo stipite della porta. Quindi è possibile che io le abbia impedito per un secondo di chiudere. Un secondo uno", dice l'inviato de 'Le Iene'.

Poi lei è entrata in ascensore, ma si è seduta lì a parlare con noi e abbiamo parlato -ricorda Pelazza- E siamo andati via. Il giudice ha ritenuto che questo tipo di atteggiamento non è consono, perché poteva essere non violento, ma infastidente". "Sottolineo che lei ha chiamato la polizia davanti a noi, dicendo 'ci sono delle persone che mi stanno importunando ma non so chi siano'. Ma come non sai chi siano!", aggiunge l'inviato.

E alla domanda se questa condanna lo scoraggi, Pelazza risponde immediato: "Scoraggiarmi? Assolutamente no. Noi non vogliamo dar fastidio. Cerchiamo di arrivare a scoprire qualcosa di più, poi capitano anche questi episodi. Se lei si fosse fermata, avesse risposto alla domanda, la cosa sarebbe finita lì. Andrò avanti, certo però che è una lezione. Ovvio che la prossima volta manterremo di più la distanza sociale", sorride l'inviato. (di Ilaria Floris)

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