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Sanità: Legnano, calciatore 25enne in arresto cardiaco rianimato da compagni

07 gennaio 2016 | 19.26
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' crollato in campo all'improvviso, a 25 anni, durante una partita di calcio in un impianto sportivo di Legnano. Ma i suoi compagni di squadra non si sono lasciati prendere dal panico e hanno subito cominciato le procedure di rianimazione. All'arrivo di ambulanza e automedica il suo cuore aveva ripreso a battere.

"Una corsa contro il tempo che può essere determinante, ed è stata resa possibile dalla presenza di un defibrillatore nel centro sportivo e di persone formate per utilizzarlo", spiega all'AdnKronos Salute Guido Garzena, responsabile Aat 118 e Nue 112 di Varese. Il ragazzo è vivo ed è "ricoverato in prognosi riservata in Rianimazione" all'ospedale di Legnano. "Viene tenuto in ipotermia", fanno sapere dalla struttura. Solo nei prossimi giorni si potrà valutare meglio il quadro neurologico, quando i medici decideranno di risvegliarlo.

Il 25enne ieri sera, nel giorno dell'Epifania, stava giocando a calcetto quando si è sentito male. "Fortunatamente la struttura sportiva di via Massimo D'Azeglio era dotata già da due anni di defibrillatore (Dae)", ribadisce Garzena, e fra i suoi compagni c'era chi aveva alle spalle una formazione sulle procedure per intervenire in caso di arresto cardiocircolatorio.

La chiamata al Numero unico europeo di emergenza 112 è arrivata intorno alle 21,20 e subito viene allertata la centrale operativa di Varese che invia l'ambulanza e l'automedica più vicine. Nel frattempo, però, i compagni di squadra avevano già attivato il defibrillatore e cominciato le manovre per rianimare il ragazzo.

"Nel giro di 4 minuti lo avevano massaggiato e defibrillato. L'automedica in 7-8 minuti è arrivata sul posto", ricostruisce Garzena, e gli operatori hanno visto che il paziente aveva recuperato il battito spontaneo.

"Se non fossero intervenuti i compagni - spiega - i tempi d'intervento, seppur veloci, si sarebbero dilazionati. In questi casi ogni minuto che passa si traduce in sofferenza del cervello. Se il ragazzo non subirà danni neurologici sarà grazie a loro e alla presenza del defibrillatore, un mix che può fare la differenza".

L'intervento più tempestivo "è ovviamente quello di chi è già sul posto. Per questo vanno censiti i defibrillatori presenti nei vari punti delle città. E' importante saperlo e, per questo, l'Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) sta portando avanti il censimento. Si sta sviluppando un software per individuare l'eventuale presenza di un defibrillatore nell'arco di 200 metri da chi lancia un Sos. Per permettere a persone formate che si trovano nei dintorni di cominciare subito il massaggio cardiaco".

Il caso di Legnano è un "segnale positivo", riflette Garzena. "Ci fa pensare che la cultura della defibrillazione è sempre più diffusa. Si iniziano a raccogliere i frutti della sensibilizzazione e dell'impegno degli ultimi 15 anni in questa direzione".

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