Secondo gli investigatori Cosa nostra sarebbe retta in città da un 'triumvirato'. Sequestrati anche centinaia di chili di stupefacenti
La crisi economica da un lato, che colpisce anche i commercianti, e l'aumento di vittime del pizzo disposti a denunciare i propri estorsori, spinge i boss mafiosi a tornare a investire sulla droga. E' uno dei retroscena emersi dall'operazione antimafia che ha portato a Palermo all'arresto di 39 persone. In carcere sono finiti i capi delle famiglie mafiose di Pagliarelli, Corso Calatafimi e Villaggio Santa Rosalia. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, corruzione.
Dall'inchiesta della Dda di Palermo è emerso anche che a gestire il mandamento mafioso sarebbe un vero e proprio 'triumvirato'. Le indagini sono state coordinate dal Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dagli aggiunti Leonardo Agueci e Teresa Principato, e dai pm Caterina Malagaoli, Francesco Grassi e Francesca Mazzocco. Nell'operazione sono stati sequestrati 250 kg gli stupefacenti.