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Mottarone, gip: "Da Tadini accuse poco dettagliate e smentite da altri"

01 giugno 2021 | 12.16
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La giudice dopo la scarcerazione di due dei tre indagati per la strage: "Non riscontrata chiamata in correità, che deve essere dettagliata"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Io ho osservato che non sussisteva il pericolo di fuga, non esisteva. Non ho ritenuto per due persone la sussistenza dei gravi indizi non perché non abbia creduto a uno" ma "perché abbia ritenuto non riscontrata la chiamata in correità, che deve essere dettagliata: questa non lo era ed era smentita da altre risultanze". Così, fuori dalla procura, il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici che ha scarcerato due dei tre indagati per la strage della funivia del Mottarone. In particolare la giudice non ha ritenuto sufficienti le accuse del capo servizio dell’impianto Gabriele Tadini (attualmente ai domiciliari) contro il gestore Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio, entrambi scarcerati sabato notte.

"Il pm fa il suo lavoro bene e io faccio il mio lavoro credo altrettanto onestamente. E il sistema, dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato dove il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici. L’Italia è un Paese democratico". Lo afferma il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici che ha scarcerato due dei tre indagati per la strage della funivia del Mottarone.

Lunedì sopralluogo per spostare la cabina

Sarà necessario spostare la cabina numero 3 della funivia per capire le cause dell'incidente in cui hanno perso la vita 14 persone. Un'operazione complicata, ma necessaria, per vedere la parte alta della cabina, ossia quella dove c'è la testa fusa - la parte in cui la fune trainante viene saldata al carrello - e il forchettone che ha impedito al sistema frenante di emergenza di entrare in funzione. Spostare la cabina richiederà tempo e competenza, la strada non sembra abbastanza larga per i mezzi dei vigili del fuoco, utilizzare un elicottero potrebbe essere pericoloso vista la presenza dei cavi portanti della funivia. Difficile finora, visto che la cabina è rimasta bloccata dal tronco di un albero, poter analizzare tutti i componenti della cabina accartocciata da un lato e ferma su un terreno scosceso. Lunedì 7 giugno il consulente nominato dal pm, il docente di meccanica aerospaziale Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino, tornerà sul Mottarone per capire, insieme ai vigili del fuoco, come procedere per mettere in sicurezza la cabina e procedere con l'analisi degli elementi - a partire dalla causa per cui si è rotta la fune trainante - che potrebbero spiegare i motivi del disastro.

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