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Napoli: senzatetto pestato a Nola, coinvolti calciatori e ultras

14 maggio 2015 | 17.33
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La vittima non è deceduta solo per il tempestivo soccorso di un agente della polizia municipale in borghese che ha chiamato il 118, pur minacciato dal gruppo che gli aveva intimato di farsi i fatti suoi

(Inpophoto) - INFOPHOTO
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"Gratuite esplosioni di violenza collettiva" e il "coinvolgimento di calciatori e appartenenti a tifoserie ultras della locale squadra di calcio Nola 1925, attualmente partecipante al campionato per il girone di Promozione". Sono due aspetti sottolineati dal sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minori di Napoli, Maria Di Addea, e dal procuratore di Nola Paolo Mancuso, in merito alle indagini sull'aggressione ai danni di Vaclav Briza, senza fissa dimora originario della Repubblica Ceca, ridotto in pericolo di vita nella notte tra il 17 e il 18 marzo scorsi.

Questa mattina sono stati eseguiti da agenti del Commissariato di Nola 5 provvedimenti emessi dal gip nei confronti di altrettante persone, tre delle quali minorenni. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, nella tarda serata del 17 marzo il gruppo di 6 ragazzi (per uno di questi il gip non ha accolto la richiesta di misura cautelare del pm riconoscendone "l'atteggiamento collaborativo") si è riunito in piazza Santorelli portandosi poi all'interno della stazione ferroviaria nolana, dove hanno notato la presenza del clochard che stava per addormentarsi nella casupola abbandonata.

Il gruppo di giovani, armatosi di bastoni in legno poi trovati tra i rifiuti della struttura, ha iniziato "con inaudita ferocia e senza alcuna motivazione" a colpire Vaclav Briza, che "solo fortuitamente non decedeva per le gravi lesioni riportate". I ragazzi si sono allontanati solo dopo aver notato la presenza di un uomo affacciato ad un balcone che aveva udito le urla disperate di aiuto del senza fissa dimora. Il soccorritore, successivamente identificato per un agente della Polizia Municipale del Comune di Nola, ha richiesto l’intervento di ambulanza del servizio 118, pur dopo aver ricevuto minacce di rientrare in casa e non occuparsi dell’aggressione cui aveva assistito. Se ciò fosse accaduto e la vittima non fosse stata soccorsa, sottolineano Di Addea e Mancuso, "le emorragie causate dalle ferite infertegli ne avrebbero probabilmente causato la morte, secondo quanto riferiscono i sanitari".

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