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Omicidio Cerciello, quattro anni fa la morte con 11 coltellate: atteso Appello Bis

Non ancora note le motivazioni della Cassazione che ha disposto un nuovo giudizio per i due americani per la morte del vicebrigadiere dei carabinieri ucciso a Roma

Omicidio Cerciello, quattro anni fa la morte con 11 coltellate: atteso Appello Bis
25 luglio 2023 | 16.27
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Sono passati quattro anni dall’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate nel quartiere Prati a Roma. Era la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 quando il carabiniere, in servizio con il collega Andrea Varriale, venne accoltellato a poche centinaia di metri dall'albergo dove alloggiavano due giovani americani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, arrestati poche ore dopo il delitto con l’accusa di essere gli autori dell’omicidio. Il vicebrigadiere, quella notte, insieme al collega Varriale era in via Pietro Cossa per recuperare la borsa che i due americani avevano portato via a Trastevere a Sergio Brugiatelli, 'intermediario' con i pusher a cui si erano rivolti Elder e Hjorth per acquistare cocaina ricevendo in realtà tachipirina.

I due giovani americani, dopo il furto dello zaino, avevano organizzato un 'cavallo di ritorno' per riavere soldi e droga. All'appuntamento però si erano presentati i due carabinieri in borghese e Cerciello morì sotto le coltellate inferte da Elder. I due diciannovenni dopo l’omicidio erano rientrati nell’hotel Meridien di via Federico Cesi dove sono stati individuati e fermati. Nella stanza dell’hotel gli investigatori trovarono anche il coltello usato per colpire Cerciello, nascosto nel controsoffitto.

Grazie alle indagini serrate dei carabinieri del Nucleo investigativo, allora guidati dal colonnello Lorenzo D’Aloia, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Nunzia D'Elia, la Procura di Roma chiese e ottenne il giudizio immediato per i due americani. Un processo che ha portato il 5 maggio del 2021 alla condanna all’ergastolo per entrambi. Una sentenza che aveva accolto le richieste della procura con il pm Maria Sabina Calabretta. “La volontà omicidiaria è evidente, anche l’arma, un coltello da combattimento, con lama lunga circa 18 centimetri lo conferma, le ferite riportate dalla vittima escludono che i fendenti possano essere stati inferti a scopo di difesa, tutte le lesioni risultano molto gravi” scrivevano i giudici nelle motivazioni della sentenza di primo grado.

Nel 2022 il processo di secondo grado con la sentenza dei giudici della Corte d’Assise d’Appello arrivata il 17 marzo. Pene ridotte per i due americani, 24 anni per per Finnegan Lee Elder e 22 anni per Gabriel Natale Hjorth. Per i giudici di Appello, come si legge nelle quasi 300 pagine delle motivazioni della sentenza, Elder ha tenuto una condotta “del tutto abnorme rispetto a quella posta in essere dal vicebrigadiere Cerciello” e ha “deliberatamente perdurato nella propria azione aggressiva sino a condurla al tragico compimento” mentre Hjorth ha avuto un ruolo di “organizzatore” e di “aizzatore” nell’azione di Elder.

A un anno dalla sentenza d’Appello e’ arrivato lo scorso 15 marzo il verdetto della Cassazione con i giudici della prima sezione penale che non hanno confermato le condanne inflitte disponendo un nuovo processo d’Appello Bis. Per Gabriel Natale Hjorth per il concorso nell’omicidio mentre per Finnegan Lee Elder per le sole aggravanti e per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. La procura generale aveva chiesto invece la conferma delle condanne. Il carabiniere Cerciello “era disarmato e dopo essersi identificato è stato ucciso con 11 coltellate in 20 secondi", ha ricordato il sostituto procuratore generale durante la requisitoria.

Le motivazioni che hanno portato i supremi giudici ad emettere la sentenza non sono state ancora pubblicate. Solo allora potrà essere fissato il nuovo processo d’Appello.

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