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Omicidio stradale, lettera-appello di una vedova: 'Cari senatori votate a favore'

09 dicembre 2015 | 10.48
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Marina Fontana durante una manifestazione in piazza
Marina Fontana durante una manifestazione in piazza

"Da diversi anni conduco, insieme a tanti altri cittadini e a tante associazioni, la battaglia per la istituzione del reato di omicidio stradale, essendo io stessa al contempo superstite e familiare di una vittima della strada. Adesso, dopo tanti anni e tante promesse disattese, finalmente siamo arrivati al momento in cui capiremo se le parole possono trasformarsi in fatti concreti". Inizia così la lettera-appello ai senatori scritta da Marina Fontana, vedova di Roberto Cona, vittima di un incidente stradale in autostrada. "Finalmente oggi e domani si voterà in Senato la legge sulla istituzione del reato di omicidio stradale, già approvata in prima lettura e modificata dalla Camera dei Deputati - scrive - Percepisco distintamente la tensione di quanti, come me, hanno sofferto e soffrono per avere perso i propri cari in incidenti stradali causati da conducenti irresponsabili. Il timore che avvertiamo è che, ad un passo dall’obiettivo, qualcosa possa sfuggire di mano e faccia tornare nel limbo delle buone intenzioni la realizzazione di una legge giusta ed efficace sul reato di omicidio stradale. Questo ci preoccupa e ci rattrista anche perché sappiamo, purtroppo, che qualche politico continua a manifestare, palesemente o in modo poco chiaro, la sua contrarietà a questa legge e spera di rallentarne l'iter con un voto non favorevole in Senato".

"Voglio perciò appellarmi agli illustri senatori, nel rispetto delle opinioni di ognuno, affinché esprimano il loro voto favorevole a questo provvedimento che certamente non è perfetto, che certamente si potrà migliorare, ma che, a mio avviso, rappresenta un buon punto di incontro e di partenza per dotare il Paese di uno strumento di giustizia e di buon senso - dice Marina Fontana - L’impianto della legge è solido e sufficientemente coerente e sebbene alcuni degli emendamenti presentati siano condivisibili, pensiamo che sia più opportuno respingerli per evitare un riesame della Camera che allungherebbe ulteriormente l’eventuale approvazione".

E ancora: "In questa richiesta non siamo spinti dall’emotività né siamo alla ricerca di una giustizia postuma: il penale non è retroattivo e questa legge non potrà avere effetto sulle nostre vicende individuali, ma viviamo la speranza di ottenere una legge che, inserendo la fattispecie di omicidio stradale possa essere un deterrente per quanti, in ogni momento, alla guida di veicolo, adottano comportamenti irresponsabili che possono moltiplicare la platea dei condannati all’ergastolo del dolore".

"Ho la consapevolezza che il forte convincimento della onestà della mia e di tanti altri, battaglia, meriti tutte le manifestazioni di rispetto , solidarietà e condivisione fino ad ora pervenute, anche dai più alti livelli delle istituzioni, ma sento, forte, il bisogno di ancora maggiore sostegno scrive - Signori senatori vorrei chiedervi, col rispetto dovuto, di fermarvi a riflettere e fare un onesto esame di coscienza, e prediligere una scelta di responsabilità nel voto che siete chiamati a dare. La politica ha il dovere di tutelare le vittime, le chiamano “vittime della strada”, sono le vittime di una strage che si consuma ogni giorno, 10 morti al giorno, a causa persone che con la loro guida consapevolmente imprudente e scellerata si sono trasformati in assassini che oggi la giustizia lascia impuniti. Coloro che, utilizzando con consapevole imprudenza un mezzo di trasporto, e uccidono un innocente per me sono degli assassini che si macchiano di omicidio stradale".

"È come se queste persone decidessero di puntare in aria una pistola per sparare all'improvviso ad altre persone; perché è questo che fanno se guidando, decidono di correre oltre i limiti di velocità consentita, se si mettono alla guida ubriachi o sotto l'effetto di droghe, se guidano contromano, se non si fermano quando incontrano un semaforo rosso, o dei pedoni che attraversano dalle strisce, se si distraggono “consapevolmente” per rispondere al cellulare senza utilizzare il viva voce o l’auricolare, o per chattare, o per inviare e leggere una email, ed in ultimo ma non ultimo, per fare un selfie. Non ci sono giustificazioni. Per questo è necessario che tutta la politica faccia una scelta di responsabilità votando la legge così come è".

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