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P2, ex giudice Colombo: "Così 40 anni fa scoprimmo la doppia piramide, in cima Gelli"

11 marzo 2021 | 16.16
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L'intervista all'Adnkronos

 - (FOTOGRAMMA)
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La 'doppia piramide'. Per Gherardo Colombo, giudice istruttore insieme a Giuliano Turone dell'indagine che ha portato a scoprire la lista degli appartenenti della P2, non trova definizione migliore che quella della Commissione inquirente presieduta da Tina Anselmi per far riferimento agli uomini al vertice della Loggia. "L'immagine della 'doppia piramide', l'una sull'altra, così da prendere nell'insieme la forma di una clessidra mi sembra rendere l'idea. Licio Gelli è in cima alla piramide inferiore, punto di collegamento con il gruppo superiore che della P2 si serve per raggiungere i suoi scopi", spiega in un'intervista all'Adnkronos a pochi giorni da un importante anniversario.

"Stavamo indagando su Sindona, scopriamo che Joseph Miceli Crimi, il medico che aveva preso parte nel viaggio clandestino di Sindona a Palermo subito dopo l’omicidio di Giorgio Ambrosoli e lo nascondeva in quella città, aveva incontrato ad Arezzo Licio Gelli. Poiché il nome di Gelli già compariva a più riprese nelle indagini, abbiamo deciso di perquisire i luoghi che frequentava, tra i quali la Giole - a Castiglion Fibocchi – di cui era dirigente. Era il 17 marzo 1981", racconta.

"Abbiamo mandato gli uomini della Guardia di finanza da Milano a eseguire le perquisizioni, imponendogli di non prendere contatto con i colleghi del luogo perché fosse mantenuta la massima segretezza. A Castiglion Fibocchi vengono trovate le carte: una parte in una valigia, una parte in una cassaforte". Difficile per Colombo individuare il nome più sorprendente nella lista che ne conta 963, tra i quali 208 militari e appartenenti alle forze dell’ordine, 44 parlamentari, due ministri, banchieri, imprenditori, personaggi dello spettacolo, magistrati e giornalisti.

"E' difficile dire quale fosse il nome più sorprendente. Una cosa che ricordo è che tra le tante carte sequestrate c'era la domanda di iscrizione alla Loggia, con firma in originale, dell'allora ministro della Giustizia". L'inchiesta che svela piani segreti e intrecci pericolosi, "a Milano dura meno di sei mesi, poi la procura di Roma rivendica la competenza territoriale e la Cassazione trasferisce le indagini, ma le cose più rilevanti vengono presto archiviate", conclude Gherardo Colombo.

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