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Recensioni social, TheFork: "Non demonizzarle, utili se usate correttamente"

Carollo ad Adnkronos/Labitalia: "Pensiamo di aver fatto di TheFork un 'luogo sicuro' nel quale utenti e ristoranti siano tutelati"

Un ristorante (Fotogramma)
Un ristorante (Fotogramma)
24 gennaio 2024 | 17.51
LETTURA: 3 minuti

"Le recensioni di per sé non sono da demonizzare, rappresentano uno strumento di marketing molto accessibile ed efficace per le piccole e medie imprese, affinché possano costruirsi una reputazione digitale forte, e contribuiscono a creare un ‘sistema meritocratico’ che premia la qualità". Ad affermarlo, a Adnkronos/Labitalia, è Carlo Carollo, Country Manager TheFork Italy. Brand di Tripadvisor, TheFork è la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti in Europa e Australia. In prima linea nel sostenere e promuovere la cultura della ristorazione, TheFork utilizza la tecnologia per favorire le connessioni reali tra clienti e ristoratori.

Con una rete di circa 55.000 ristoranti partner in 12 Paesi, quasi 40 milioni di download dell'app e più di 20 milioni di recensioni verificate, TheFork è una piattaforma di riferimento per gli appassionati di food, attraverso la quale possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze, consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale, prenotare immediatamente online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, beneficiare di offerte speciali e pagare direttamente sull'app.

"Su TheFork riceviamo 150mila recensioni al mese. Il voto medio dei ristoranti italiani si attesta intorno a 8,5 a dimostrazione del fatto che le persone amano premiare le realtà che apprezzano. E i ristoranti ne traggono beneficio: infatti, i ristoranti con voti dall’8 al 10 ricevono 3,5 prenotazioni in più rispetto a quelli che hanno voti inferiori. Alla luce di questo, pensiamo di aver fatto di TheFork un ‘luogo sicuro’ nel quale utenti e ristoranti siano tutelati, e continuiamo a impegnarci per migliorarlo costantemente", assicura.

"Su TheFork, solo chi ha realmente prenotato sulla piattaforma e vissuto l’esperienza gastronomica al ristorante - spiega Carollo - ha la possibilità di lasciare una recensione: quando l’utente si presenta fisicamente al ristorante dopo aver prenotato con noi, il ristoratore potrà convalidare sul proprio gestionale, il TheFork Manager, l'arrivo del cliente. Se invece il cliente non si presenta, il ristoratore segnalerà il cosiddetto ‘no-show’, evitando di pagare la commissione a TheFork e liberando il tavolo per dare spazio ad altri utenti. Inoltre, per garantire un livello di affidabilità e trasparenza elevato, le recensioni degli utenti e le eventuali risposte dei ristoranti vengono verificate in primis tramite uno strumento di moderazione automatico e in seconda battuta dal nostro team di esperti, se necessario".

"I nostri sistemi di controllo - prosegue il Country Manager TheFork Italy - bloccano una lista molto estensiva di parole che hanno un’alta probabilità di essere contenute in recensioni sospette. Parliamo di termini che di per sé non sono negativi, ma che potrebbero essere inclusi per esempio in recensioni discriminatorie. Questi sistemi di controllo sono molto efficaci nel garantire recensioni affidabili, ma al netto di queste misure è importante anche educare gli utenti a capire la responsabilità di quello che scrivono e i ristoranti a gestire al meglio gli strumenti di marketing digitale, materia sulla quale non sono necessariamente preparati. Le recensioni, oltreché verificate, devono essere utili, devono cioè contenere esclusivamente informazioni sull’esperienza al ristorante, includendo il servizio e la cucina".

"Anche eventuali critiche devono essere poste in modo educato e costruttivo perché le recensioni possano essere uno strumento di crescita e miglioramento dei ristoranti, come d’altronde prevediamo anche nelle nostre condizioni di utilizzo, vere e proprie regole di comportamento vincolanti della community. Realizziamo delle campagne di sensibilizzazione su questo tema e speriamo che tutti vogliano collaborare in questa direzione. E’ infatti importantissimo educare tutti al corretto uso degli strumenti digitali perché possano esprimere il loro massimo potenziale", conclude.

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