cerca CERCA
Venerdì 03 Maggio 2024
Aggiornato: 12:56
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Regeni, gup dispone sospensione procedimento: nuova udienza 10 ottobre

Ministero Giustizia: "Da Egitto nessuna collaborazione". Legale famiglia: "Draghi intervenga". Sit-in con Insinna davanti al tribunale: "Non dobbiamo darci pace fino alla verità"

(Adnkronos)
(Adnkronos)
11 aprile 2022 | 11.32
LETTURA: 4 minuti

Sospensione del procedimento a carico di quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni. E’ quanto disposto dal gup di Roma dopo le comunicazioni arrivate sia dal ministero della Giustizia, sia dai carabinieri del Ros, in merito al rifiuto delle autorità egiziane a una collaborazione con l’Italia. Secondo il giudice è un dato di fatto il rifiuto dell’Egitto di collaborare e sono pretestuose le argomentazioni della Procura generale del Cairo.

Il giudice ha disposto nuove ricerche degli imputati affidate al Ros e ha rinviato il processo al prossimo 10 ottobre: in quell’occasione verra sentito anche il capo dipartimento Affari di giustizia del ministero Nicola Russo sugli eventuali sviluppi dopo la nota inviata alle autorità egiziane in seguito all’incontro del 15 marzo scorso.

Ministero Giustizia: "Da Egitto nessuna collaborazione"

Nessuna collaborazione con l’Italia dalle autorità egiziane sul caso Regeni. E’ una chiusura netta quella contenuta nella nota che il ministero della Giustizia ha inviato al gup di Roma in occasione della nuova udienza preliminare. Lo scorso gennaio il giudice aveva chiesto al governo italiano di verificare la possibilità di una "interlocuzione" con le autorità del Cairo. Nella nota, il ministero della Giustizia sottolinea il “rifiuto dell’Egitto di collaborare nell’attività di notifica degli atti” con l’Italia così come il no a un incontro tra il ministro Marta Cartabia e il suo omologo egiziano. Lo scorso 15 marzo il direttore della cooperazione giudiziaria italiana si è recato in Egitto per un incontro e in quell’occasione gli è stato comunicato che la competenza è della Procura Generale che considera chiuso il caso Regeni e che non è possibile andare avanti con ulteriori indagini sui quattro indagati in Italia. I carabinieri del Ros inoltre, ai quali erano state affidate nuove ricerche sul domicilio degli indagati, hanno fatto sapere di essere riusciti ad acquisire solo l’indirizzo del luogo di lavoro dei quattro 007 egiziani e non il domicilio, necessario per il codice di procedura internazionale. Dopo la lettura della nota inviata dal ministero della Giustizia, il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere su un rinvio o sulla sospensione del procedimento.

Legale famiglia: "Ennesima presa in giro, Draghi intervenga"

“Prendiamo atto dei tentativi falliti del Ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte delle autorità egiziane e siamo amareggiati e indignati dalla risposta della procura del regime di al Sisi che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto. Chiediamo che il presidente Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, l’elezione di domicilio dei 4 imputati dal presidente al Sisi e ci consenta lo svolgimento del processo per ottenere giustizia riguardo il sequestro le torture e non l'omicidio di Giulio”. A dirlo l’avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Giulio Regeni, dopo l’udienza preliminare in cui il gup Roberto Ranazzi ha disposto la sospensione del procedimento a carico di quattro 007 egiziani e ha rinviato l’udienza al prossimo 10 ottobre.

“La lesione della tutela della vita, della libertà e dell'integrità dei cittadini all'estero, come la Presidenza del Consiglio ricorda nel suo atto di costituzione di parte civile, costituisce grave pregiudizio dell'immagine e del prestigio dello Stato Italiano nella sua funzione di protezione dei propri cittadini. Quindi – ha aggiunto - visto il conclamato ostruzionismo, egiziano pretendiamo da parte del nostro governo la necessaria, tempestiva e proporzionata reazione. Stare inermi ora, permettere al regime di al Sisi di bloccare questo processo faticosamente istruito, consentirebbe l'impunità degli assassini di Giulio ed equivarrebbe ad essere loro complici. Il nostro governo ha il dovere invece di esigere energicamente giustizia. Il governo alzi la voce e la faccia sentire, pretendendo l'elezione di domicilio di questi 4 imputati. Sappiamo chi sono e dove lavorano, bisogna permettere a questo processo di andare avanti. Oggi – ha concluso - è stata un'ennesima presa in giro per tutti noi per tutti voi, per tutti noi. Nessuno di noi è più al sicuro all'estero”.

Sit-in con Insinna al tribunale: "Non darsi pace fino alla verità"

Alla nuova udienza preliminare erano presenti i genitori della vittima, Claudio Regeni e Paola Deffendi, accompagnati dall'avvocato Alessandra Ballerini, che hanno mostrato lo striscione giallo con scritto 'Verità per Giulio Regeni’. Al presidio davanti al tribunale di Roma ha partecipato anche il presentatore tv Flavio Insinna che ha voluto portare la propria vicinanza e solidarietà alla famiglia Regeni. "Perché sono qui? La domanda è da porre al contrario. Perché non esserci? Bisogna esserci - ha detto Insinna interpellato dai cronisti di piazzale Clodio - Come ha detto la mamma di Giulio su quel viso ha visto tutto il dolore del mondo, non dobbiamo darci pace fino a quando non si arriverà alla verità. Lo dobbiamo alla famiglia, alla parte buona di questo Paese. Voglio vivere in un Paese, come dice il Papa, che ritrovi un senso di fraternità, dove il tuo dolore diventa il mio. Questa famiglia sta facendo un’opera straordinaria con una compostezza unica al mondo. Dal primo minuto mi sono legato a questa storia. Non si può fare tutto in nome dei rapporti, del petrolio, c’e’ una persona che e’ stata torturato in maniera indicibile. Mi interessa che ci sia la volontà politica di andare avanti, spero che l'alta politica faccia il bene delle persone che amministra. A questa famiglia l’alta politica deve dare la verità". A piazzale Clodio era presente anche il presidente Fnsi Beppe Giulietti. "Noi siamo qui per dire che non smetteremo mai di reclamare verità e giustizia. Chiederemo che ci sia un'interruzione dei rapporti con l'Egitto qualora dovesse perseguire una politica di omissione e di cancellazione delle prove", ha sottolineato Giulietti.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza